La vicenda che vede protagonista Apple riguarda un accordo fiscale con l’Irlanda, in vigore dal 2003 al 2014, che ha permesso all’azienda di Cupertino di beneficiare di aliquote estremamente vantaggiose, inferiori all’1%, rispetto al 12,5% previsto dalla legge. La Commissione europea, guidata dall’Antitrust di Margrethe Vestager, ha accusato l’Irlanda di aver concesso a Apple un “aiuto di Stato” proibito dalle norme comunitarie, chiedendo quindi il pagamento di 13 miliardi di euro di tasse inevase nel 2016. Apple ha sempre sostenuto di non aver mai ricevuto trattamenti speciali e di aver pagato tutte le tasse dovute, sostenendo che i suoi profitti erano soggetti a imposte negli Stati Uniti, nonostante il trattamento fiscale favorevole in Europa.
Dopo numerosi ricorsi, nel 2020 il Tribunale europeo ha dato ragione ad Apple e all’Irlanda, annullando la decisione dell’Antitrust per mancanza di prove su un trattamento preferenziale. Tuttavia, la Corte di Giustizia europea ha ribaltato la sentenza oggi, 10 settembre, confermando che Apple dovrà pagare la somma richiesta, segnando la fine di una lunga battaglia legale.
Oltre ad Apple, un’altra importante decisione della Corte di Giustizia europea riguarda Google, che nel 2017 è stata multata per 2,4 miliardi di euro per abuso di posizione dominante. La Commissione europea ha accusato Google di aver favorito il proprio servizio di comparazione di prodotti, Google Shopping, a discapito della concorrenza, indirizzando gli utenti del motore di ricerca verso il proprio servizio. Nonostante le modifiche apportate da Google per conformarsi alla decisione della Commissione, la Corte ha confermato la multa.
Google ha espresso delusione per la sentenza, sottolineando che il suo nuovo approccio ha funzionato con successo, generando miliardi di clic per centinaia di servizi di comparazione prezzi. Tuttavia, la conferma della multa rappresenta un ulteriore passo nella battaglia dell’Unione Europea contro il comportamento anticompetitivo delle grandi aziende tecnologiche.
Le due decisioni della Corte di Giustizia europea segnano una vittoria per Margrethe Vestager e la Commissione europea nella loro lotta contro i privilegi fiscali e l’abuso di posizione dominante dei giganti tecnologici. Questi casi rappresentano un tentativo dell’Unione Europea di creare un mercato unico più equo, dove le grandi aziende non possano beneficiare di trattamenti fiscali preferenziali o sfruttare il loro potere di mercato per soffocare la concorrenza. Apple e Google sono solo due esempi di una battaglia più ampia che mira a garantire che tutte le aziende operino seguendo le stesse regole, senza approfittare di accordi esclusivi o comportamenti sleali.
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