Economia

La Germania resterà in recessione per il secondo anno consecutivo: stime Pil tagliate, -0,2% nel 2024

Berlino taglia le sue previsioni di crescita per il 2024 e si attende una recessione per il secondo anno consecutivo. Lo scrive il quotidiano Sueddeutsche Zeitung, anticipando le nuove stime che il ministro dell’Economia tedesco, Robert Habeck, si appresta a svelare mercoledì.

Locomotiva tedesca al palo

Il governo tedesco prevede che l’economia dell’ormai ex locomotiva d’Europa quest’anno si contragga dello 0,2% – un drastico peggioramento rispetto alla precedente stima che prefigurava invece una crescita dello 0,3%, riprendendo poi slancio nel 2025 con un +1,1%. La revisione è comunque in linea con le aspettative dei principali istituti di ricerca economica.

“Invece di acquisire slancio, l’economia continua a essere caratterizzata da una generale riluttanza dei consumatori a spendere”, spiega Sueddeutsche Zeitung, evidenziando che i venti contrari arrivano mentre la Germania affronta anche sfide strutturali, tra cui una maggiore concorrenza dalla Cina, una carenza di lavoratori qualificati e una complessa transizione verde.

La Germania resterà in recessione per il secondo anno consecutivo: stime Pil tagliate, -0,2% nel 2024 (foto Ansa-Blitzquotidiano)

Poco più di una settimana fa i principali istituti economici tedeschi Ifo, Diw, Ifw Kiel, Halle e Rwi-Leibnitz avevano abbassato la stima di crescita da +0,1% a -0,1% e però avevano peggiorato anche quelle della ripresa, con +0,8% per il 2025 (sei decimali in meno rispetto alle stime di primavera). Il governo invece per ora sembra restare ottimista sulle prospettive per il 2025.

Il 9 ottobre il ministero Habeck indicherà dunque una crescita dell’1,1% il prossimo anno, rivedendo leggermente al rialzo la previsione precedente dell’1%. Entro il 2026, si prevede che l’economia si espanderà dell’1,6 percento.

“L’iniziativa di crescita” proposta dal governo nei suoi piani per i conti pubblici ha “un ruolo chiave da svolgere per la ripresa”, ha detto ancora il ministro al quotidiano tedesco. Le misure includono agevolazioni fiscali, prezzi dell’energia permanentemente ridotti per l’industria, meno burocrazia e incentivi per mantenere le persone più anziane nella forza lavoro, nonché per attrarre lavoratori qualificati stranieri.

“L’economia tedesca può crescere in modo significativo e più forte nei prossimi due anni se le misure saranno pienamente implementate”, ha sottolineato il titolare dell’Economia.

Ma sull’impatto sull’economia italiana è meno automatico

L’atteggiamento delle imprese italiane rispetto alla contrazione della crescita tedesca sono un po’ meno preoccupate di quanto saremmo inclini a credere. Confindustria stima una correlazione molto meno stretta nell’andamento delle due economie.

Fino all’epoca Covid, l’andamento della produzione tedesca riusciva a predire quello dell’export italiano con un’accuratezza dell’80%: oggi quel legame si è ridotto al 20%. “L’economia italiana, più diversificata, ha approfittato meglio di settori in crescita come la farmaceutica e di mercati più dinamici come quello americano”, aveva spiegato Alessandro Fontana, direttore del Centro studi.

La Germania resta il primo destinatario dell’export italiano, ma con una flessione (tra gennaio e maggio 2024) del 6,3%. Gli Usa si apprestano a un sorpasso storico quale maggior acquirente internazionale di Made in Italy.

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Francesca Ripoli