La Grecia attacca Moody's e illustra le sue contromosse

BRUXELLES, 2 GIU – La Grecia e' pronta a fare i tagli richiesti sul bilancio 2011, ad avviare le privatizzazioni richieste, a fare le riforme dei mercati del lavoro e del settore pubblico. Ma protesta per la mazzata che le e' stata inflitta ieri da Moody's. Alla vigilia del cruciale incontro a Lussemburgo in cui il premier Girgio Papandreou illustrera' al presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, le nuove misure di austerita', il governo di Atene ha messo nero su bianco un giudizio sprezzante sull'agenzia di rating americana: ''Ancora una volta le sue valutazioni sono guidate dalle voci di mercato piuttosto che da fatti oggettivi''.

Opinione, quella greca, che la prossima settimana trovera' eco anche nella plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo, dove andra' in votazione una mozione che punta a ridurre l'impatto dei giudizi delle agenzie di rating americane sui debiti sovrani, creando un nuovo strumento europeo.

L'ultimo ridimensionamento ha portato i titoli greci in categoria CAA1, ovvero in pieno territorio 'junk bond'. La conseguenza e' stata immediata: stamattina lo spread tra il bond decennale ellenico ed il bund tedesco si e' impennata a 1.326 punti base. L'interesse da pagare ormai e' del 16,24%, mentre quello sui titoli a due anni vola a 24,64%. Ma anche le borse, per l'effetto congiunto dei dati sull'economia Usa, ne hanno risentito.

Il tutto proprio mentre e' atteso l'accordo tecnico per il versamento della quinta tranche del prestito Ue-Fmi (12 miliardi) e domani Papandreou illustrera' i nuovi tagli che dovrebbero portare alle casse di Atene risparmi per circa 6,5 miliardi di euro a partire gia' dal bilancio 2011.

Con Juncker il premier greco parlera' anche della strategia di medio termine, che comprende specifici impegni di risanamento nel quadriennio 2012-2015: ridimensionamento del settore pubblico, riforma fiscale e privatizzazioni. Per la riduzione delle spese amministrative arriveranno tagli agli stipendi e alle pensioni (che i media valutano in uno stipendio mensile nell'arco di un anno), nuove tasse e la fusione o la chiusura di enti statali improduttivi (75 quelle gia' annunciate ieri).

Sul piano delle privatizzazioni, dalle quali lo Stato conta di ricavare 50 miliardi, Atene (sotto le forti pressioni della 'troika' Ue-Bce-Fmi) ha scelto di partire con la vendita del rimanente 16% dell'Ote, l'azienda dei telefoni, ai tedeschi della Deutsche Telekom. Seguira' la privatizzazione di altre imprese a partecipazione statale quotate in Borsa, come la Postal Bank, la Banca dell'Agricoltura e altre.

In cambio Papandreou dovrebbe ottenere il sostanziale via libera al nuovo prestito per coprire i titoli in scadenza a partire dal 2012 (si parla di una cifra fra i 60 ed i 70 miliardi) ma anche a un accordo per impegnare le banche a mantenere volontariamente la loro esposizione, che sarebbe l'unica soluzione tecnica per evitare sia la ristrutturazione del debito (che Atene esclude tanto quanto l'Eurogruppo) sia il 'reprofiling', ovvia il riscadenzamento dei titoli ('proibita' dalla Bce).

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