Il calo demografico in Ue “rischia di avere effetti negativi sulla tenuta dei sistemi pensionistici, sul sistema sanitario, sulla propensione a intraprendere e a innovare, sulla sostenibilità dei debiti pubblici”.
E’ il governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta, intervenuto al Meeting di Rimini organizzato da Comunione Liberazione, ad evocare uno scenario di marginalità della vecchia Europa stante l’insostenibilità degli standard economico-sociali raggiunti che fino ad oggi ha garantito prosperità del continente.
Per contrastarlo, questa la ricetta pragmatica, “è essenziale rafforzare il capitale umano e aumentare l’occupazione di giovani e donne”, ma “anche misure che favoriscano un afflusso di lavoratori stranieri regolari costituiscono una risposta razionale sul piano economico, indipendentemente da valutazioni di altra natura”.
Ciò “andrà gestito in maniera coordinata all’interno dell’Unione”, tenendo conto degli equilibri sociali e rafforzando l’integrazione dei cittadini stranieri.
“L’Italia – dice ancora il governatore – è l’unico Paese dell’area dell’euro in cui la spesa pubblica per interessi sul debito è pressoché equivalente a quella per l’istruzione”, un dato che mostra come “l’alto debito stia gravando sul futuro delle giovani generazioni, limitando le loro opportunità”.
“La strada maestra passa per una gestione prudente dei conti pubblici” col “graduale conseguimento di avanzi primari adeguati”. ma anche “da un deciso incremento della produttività e della crescita”.
Il progetto europeo, secondo Panetta, “si trova ora di fronte a sfide sia interne sia esterne che ne mettono alla prova la solidità e la coesione”, di fronte alle quali i governi europei hanno il compito “di non disperdere lo slancio verso l’integrazione dell’Ue e di proseguire lungo il percorso comune”.
Nel suo discorso largamente dedicato all’integrazione europea che nel tempo “ha portato importanti benefici”, Panetta ha ricordato che “in assenza del mercato unico, si stima che il reddito pro capite in Europa oggi sarebbe inferiore di un quinto”.
L’idea che l’area euro possa funzionare efficacemente senza una capacità fiscale centralizzata, afferma Panetta, è “semplicemente un’illusione, e va superata” con una politica fiscale comune. “Un banco di prova per la nuova legislatura europea sarà la capacità di confermare il ricorso a progetti di spesa comuni e di avanzare verso un’unione più completa e più integrata sul piano sia finanziario sia fiscale”, a partire da “una riflessione sui prossimi passi” una volta che il programma Ngeu arriverà a scadenza nel 2026.
Per la Bce, ha detto ancora Panetta, “la fine della restrizione monetaria è già iniziata” con il taglio dei tassi deciso a giugno: “Ora c’è una discussione su quello che farà a settembre, ovviamente io la mia idea ce l’ho ma non mi metto a discutere un argomento che verrà dibattuto dal consesso istituzionalmente preposto. Credo sia ragionevole aspettarsi che si vada, da qui in avanti, verso una fase di allentamento delle condizioni monetarie, perché l’inflazione sta scendendo e l’economia mondiale sta rallentando”.
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