Anche quando a separarsi sono due conviventi, ossia una unione civile, spetta l’assegno di mantenimento ma solo in alcuni casi, ecco quali.
La convivenza, negli ultimi anni, è diventata sempre di più una condizione alla quale molte coppie hanno deciso di aderire. Sono moltissime le coppie che decidono di andare a vivere insieme, anche eterosessuali, senza, però, il vincolo del matrimonio.
Il matrimonio, addirittura, negli ultimi anni sembra un’istituzione quasi superata. Amarsi e andare a convivere senza di esso significa per molte coppie semplificare il tutto. La mancanza di lavoro o condizioni precarie nel mondo lavorativo, con contratti atipici, mettono parecchi giovani in condizione di non potersi staccare dalla famiglia e di non poter affrontare un passo come quello del matrimonio.
Sposarsi, infatti, richiede stabilità economica duratura per potersi permettere una casa e tutte le spese che una famigia comporta. Ecco che andare a convivere è una sorta di compromesso che tutela la coppia dinanzi a imprevisti.
L’assegno di mantenimento nelle unioni civili, ecco quando è possibile
C’è da dire che la scelta della convivenza non è legata solo a un fattore economico, in alcuni casi è dovuta proprio a ragioni ideali. Il matrimonio, insomma, sembra un’istituzione davvero superata per i giovani. Per queste ragioni la legge e lo Stato hanno dovuto, in qualche modo, garantire e tutelare le coppie che fanno questa scelta. Nell’ordinamento giuridico c’è stato bisogno di introdurre una legge che regolarizzasse questa condizione.
Il dibattito in politica, ovviamente, è sempre acceso e ancora oggi non mette tutti d’accordo. Nel 2016, infatti, è nata la cosiddetta Legge Cirinnà. Le unioni civili, dunque, vengono regolamentate dalla legge n. 76 del 2016.
Con questo intervento, insomma, lo Stato ha ritenuto opportuno garantire anche le coppie di fatto, le unioni civili, le persone che decidono di condividere la propria vita anche convivendo ma senza legarsi al vincolo del matrimonio. La legge cerca, in qualche modo, di equiparare questo status a quello del matrimonio, introducendo alcuni diritti ed alcuni doveri all’interno della coppia.
Tra questi vi è proprio l’assegno di mantenimento. Si tratta della spesa di cui deve farsi carico il partner nei confronti di quello più debole nel momento in cui si smetta l’unione civile. Anche per le coppie di fatto, dunque, nel caso in cui le cose, purtroppo, non siano andate nel verso giusto e l’amore sia finito, spetta il cosiddetto assegno di mantenimento come nel caso del divorzio di due persone sposate.
In questo caso, però, l’erogazione ed il riconoscimento dell’assegno non sono automatici e va richiesto ed ottenuto solo soddisfando alcuni requisiti. Si tratta, ovviamente, di requisiti economici per cui chi richiede il mantenimento deve dimostrare al giudice di non avere mezzi sufficienti e di non poterli ottenere per ragioni oggettive. La Cassazione, inoltre, ha precisato che il contributo economico è uno strumento di solidarietà limitato ai casi in cui c’è un effettivo squilibrio tra le condizioni economiche degli ex partner.