ROMA – “100 mila giovani disoccupati in meno”: il piano del governo. Un piano ambizioso quello del governo Letta per ridurre subito del’8% la disoccupazione giovanile, priorità assoluta all’inserimento nel circuito lavorativo 100 mila giovani. Il ministro del Lavoro Giovannini, però, deve conciliare le riforme con le risorse: prima dell’ufficialità dell’uscita dalla procedura d’infrazione e del prossimo vertice Ue, il governo potrà agire su una “manutenzione” della riforma Fornero, intendendo una correzione dei contratti a termine (il tetto dei tre anni non più vincolante; l’intervallo tra un’assunzione e un’altra potrebbe essere ridotto da 60-90 giorni a 20-30 giorni; la staffetta generazionale estesa anche nel pubblico impiego).
“Da qui fino a giugno ci concentreremo sul piano giovani”. Lo spiega il ministro del Lavoro Enrico Giovannini in un colloquio con Repubblica: secondo il quotidiano l’obiettivo è quello di ridurre la disoccupazione dell’otto per cento portandola al 30% dai livelli record attuali. E in campo potrebbero esserci tra i 10 e i 12 miliardi di euro, se non di più.
Prima di definire nel dettaglio il pacchetto giovani, il governo ha deciso di sentire le parti sociali: “E’ un incontro per ascoltare e per ragionare insieme. Non una trattativa”, ripete il ministro del Lavoro, perché la stessa natura del governo sconsiglia la riproposizione della concertazione
. Giovannini, scrive Repubblica, insiste nel parlare di ”manutenzione”, non di una nuova riforma della legge Fornero. Intende muoversi nel solco della legge ’92, monitorando gli effetti della legge, come questa stessa prevede. “Ci sono interventi costosi, altri no. E per quelli che costano bisognerà aspettare le conclusioni del Consiglio europeo di giugno”, spiega Giovannini.
Tra i secondi ci sono le correzioni ai contratti a termine, con l’ipotesi di tornare ai vecchi intervalli sulla quale il governo è favorevole. C’è poi ”l’idea”, come continua a dire Giovannini, della staffetta anziani-giovani sul posto di lavoro. Ma è un’idea che costa, osserva ancora il quotidiano, perché il lavoratore anziano andrebbe in part time e per non perdere i contributi pieni avrebbe bisogno di una integrazione da parte dello Stato.
Frenata, invece, come ha ripetuto lo stesso ministro parlando al Senato, sull’ipotesi di ridurre il costo del lavoro sui giovani assunti. Studi fatti all’estero, ripete il ministro, “ci dicono che devono realizzarsi diverse condizioni perch” abbiano effetto”. E aggiunge: “Non è detto che in questa fase economica questa sia necessariamente una priorità”‘. Piuttosto il governo punta sulla riforma dei centri per l’impiego, perché “bisogna prendersi cura dei giovani”. Infine riaprirà il cantiere delle pensioni, per rendere più flessibile l’uscita dal lavoro prima dell’età pensionabile ma con penalizzazioni proporzionali.
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