Pensioni, per questa categoria salta l’anticipata e sono costretti a stare in ufficio fino a 65 anni: ecco cosa sta succedendo
I lavoratori, soprattutto nell’ultima fase della loro vita non aspettano altro che la pensione, uno dei momenti più belli che li congeda dal lavoro dopo anni di sacrificio, dedizione e tantissimo impegno. Purtroppo, però, le cose in Italia non sempre vanno come crediamo e nel 2025 le cose stanno per cambiare: ecco cosa rischiano questo tipo di categorie di lavoratori.
Quando finalmente si va in pensione, si torna a dedicare il proprio tempo alla famiglia, ai cari amici, a se stessi svolgendo attività quotidiano di intrattenimento e curando di più le proprie passioni. Durante la pensione, ad esempio, molti dei nostri lettori si dedicano ai propri nipotini o se ci sono figli da crescere.
Oppure magari dedicando il proprio tempo al viaggio dei propri sogni che può essere più o meno lungo; per molti, però, la pensione soprattutto con i nuovi decreti messi in atto dal Governo Meloni sta diventando sempre più difficile e lontana.
Nelle ultime ore, soprattutto per questo tipo di lavoratori, tutto sembra essere scontato: molti rimarranno a lavoro sino ai 65 anni. Ma cosa è successo e sta succedendo in realtà? Approfondiamolo nel prossimo paragrafo.
Se fai parte di questa categoria, addio pensione: che sta succedendo
Molti italiani, soprattutto in questo periodo dell’anno, si troveranno ad affrontare delle novità proprio circa il tema delle pensioni. La novità è stata apportata proprio tramite la Legge di Bilancio 2025 firmata negli ultimi giorni dell’anno scorso e che prevede di cambiamenti per queste categorie di italiani che devono andare in pensione. Pare che, l’articolo 1 comma 162 porta il limite per continuare a lavorare all’età di 67 anni coinvolge in particolare i dipendenti delle amministrazioni pubbliche.
Ciò che cambia rispetto a prima è proprio il collocamento a riposo automatico al compimento dei 65 anni; significa che, per i lavoratori che hanno questa età devono proseguire il lavoro fino all’età del pensionamento per vecchiaia anche se ovviamente ci sono delle eccezioni.
Vi sono alcune categorie come le amministrazioni e i dipendenti pubblici che devono proseguire la loro attività fino ai 67 anni; mentre alcune categorie professionali sono state escluse da questa possibilità e si tratta proprio di dirigenti medici, i professori universitari ed i magistrati.
Alcuni lavoratori, invece, possono rimanere fino all’età di 70 anni ma questa possibilità potrebbe essere concessa solo entro il limite del 10% dei casi di nuove assunzioni. Vi deve essere un bilanciamento con nuove assunzioni giovanili.