Lavoro, giovedì tavolo decisivo. Ultimi nodi da sciogliere

Pubblicato il 21 Marzo 2012 - 19:25 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Cassa integrazione, transizione per la mobilita', flessibilita' in entrata: sono questi i nodi principali della riforma del mercato del lavoro che andranno sciolti nelle prossime ore in vista del tavolo conclusivo convocato per domani al ministero del lavoro dal ministro Elsa Fornero. Difficile invece che si intervenga con nuovi aggiustamenti sull'articolo 18 rispetto al testo presentato ieri (il premier Monti ha gia' chiarito che la vicenda sui licenziamenti individuali e' ''chiusa'') anche se dalle aziende c'e' pressione perche' si riduca il tetto dell'indennizzo. Si lavorera' quindi sui testi dato che quelli definitivi andranno messi a punto entro venerdi'.

Domani mattina e' previsto un incontro al ministero con i tecnici delle parti sociali mentre nel pomeriggio ci sara' il tavolo con i leader delle associazioni di sindacati e imprese. Ecco in sintesi alcuni dei nodi da scogliere.

CASSA INTEGRAZIONE: viene mantenuta sia la cig ordinaria che quella straordinaria ma non la deroga (per la quale le piccole imprese non pagano contributi) ma verra' eliminata la causale per cessazione di attivita'. I sindacati chiedono che nell'ottica di un sistema di protezione che sia universale la cassa integrazione sia accessibile anche per le piccole aziende previo contributo (tema sul quale le Pmi pero' non sono d'accordo).

MOBILITA': I sindacati chiedono che almeno una parte delle risorse annunciate per gli ammortizzatori sociali (1,7-1,8 miliardi) vada a sostenere i fondi di solidarieta' per i lavoratori anziani che dovessero perdere il lavoro (se si resta disoccupati a quattro anni dalla pensione si puo' accedere a questo fondo che dovrebbe essere pagato dalle aziende). Si cerca inoltre di rallentare la transizione che dovrebbe portare all'eliminazione dello strumento nel 2017 per confluire nell'Aspi, il nuovo sussidio di disoccupazione.

ASPI: il nuovo sussidio di disoccupazione sara' piu' alto (il 75% della retribuzione fino a 1,150 euro e il 25% dopo questo tetto con un massimo di 1.119 euro lordi) e durera' piu' a lungo rispetto all'indennita' attuale. Dovrebbe essere confermato mentre potrebbero essere rivisti i contributi per le aziende che al momento pagano aliquote piu' basse (a fronte dell'1,3% della maggioranza delle imprese gli artigiani pagano lo 0,40% e i pubblici esercizi lo 0,18%) magari in modo lieve.

CONTRATTI: Si lavora ancora sulle partite Iva (nei casi di monocommittenza), sui contratti a progetto con una stretta su quelle fatte per lavori esecutivi e ripetitivi (ad esempio sembra difficilmente accettabile un contratto di co.co.pro per una commessa). E' possibile che si aumentino i contributi di co.co.pro. Sulle associazioni in partecipazione si discute di annullamento o della possibilita' di mettere paletti mentre sui contratti a termine c'e' pressione da parte delle aziende contro il contributo aggiuntivo dell'1,4% per questa tipologia di contratti.