Lavoro: Istat, a marzo retribuzioni in crescita del 2,3%

Pubblicato il 29 Aprile 2010 - 10:25 OLTRE 6 MESI FA

Nel periodo gennaio-marzo 2010 le retribuzioni contrattuali orarie sono cresciute del 2,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Lo ha comunicato l’Istat precisando che a marzo, a fronte di una variazione tendenziale media di +2,3%, gli incrementi più elevati si sono avuti per commercio e tessili, abbigliamento e lavorazione pelli (per entrambi +3,9%) e servizi di informazione e comunicazione (+3,8%).

Gli incrementi minori hanno invece riguardato trasporti, servizi postali e attività connesse (+1,3%), attività della pubblica amministrazione (+1,2%) ed edilizia (+0,5%). Una variazione nulla c’é stata infine per agricoltura, ministeri, scuola, militari-difesa, forze dell’ordine e attività dei vigili del fuoco. Nell’eventualità che non avvenissero rinnovi, il tasso di crescita tendenziale dell’indice delle retribuzioni orarie contrattuali, nel semestre aprile-settembre 2010, sempre  secondo i calcoli dell’Istat, diminuirebbe progressivamente dal +2,3% di aprile al +1,2 di settembre. Proiettato per l’anno 2010 in base alle sole applicazioni previste dai contratti in vigore alla fine di marzo 2010, l’indice registrerebbe un incremento dell’1,7%.

L’inflazione a marzo si era attestata al +1,4%.

Alla fine di marzo risultano in attesa di rinnovo 40 accordi, relativi a circa 5,6 milioni di dipendenti e al 45,4% del monte retributivo totale. La quota di dipendenti in attesa di rinnovo contrattuale è pari al 43,2%, in diminuzione rispetto a febbraio (45,2%), ma in marcata crescita rispetto al marzo 2009 (18,2%).

Alla fine di marzo i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore relativamente alla sola parte economica, riguardano il 56,8% degli occupati dipendenti, cui corrisponde una quota del 54,6% del monte retributivo. Precisamente alla fine di marzo risultano in vigore 38 contratti, che regolano il trattamento economico di circa 7,4 milioni di dipendenti.

Relativamente all’insieme dei contratti monitorati dall’Istat, a marzo si registra il recepimento di due accordi, entrambi nel settore industriale: gomma e materie plastiche ed energia elettrica. La quota di contratti nazionali vigenti è molto differenziata a livello settoriale: a marzo si rilevano quote di copertura dell’83,3% per l’industria, del 69,1% per i servizi privati e del 6,5% per l’agricoltura.

Nella pubblica amministrazione tutti i contratti a partire da gennaio 2010 sono invece scaduti e, pertanto, la copertura è nulla. I mesi di attesa per i lavoratori con il contratto scaduto a marzo 2010 sono in media 8,2, in aumento rispetto a febbraio (7) in netta riduzione rispetto a un anno prima (15,2). L’attesa media distribuita sul totale dei dipendenti è di 3,5 mesi, un valore superiore a quello di febbraio 2010 (3,1 mesi) e a quello di marzo 2009 (2,8 mesi). Ove non avvenissero rinnovi, la quota dei contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore osservata a marzo (54,6% del monte retributivo) scenderebbe al 48,6% nel mese di aprile 2010, mantenendosi costante per i successivi 2 mesi. Alla fine del semestre, si ridurrebbe al 47,9%.