Lavoro: verso la legge delega, ma si pensa a una corsia veloce

ROMA – Il nodo sara' sciolto solo domani, dall'esame collegiale del Consiglio dei Ministri. Le ultime indiscrezioni indicano come ''improbabile'' la scelta del decreto. Ma, piuttosto che scegliere un disegno di legge 'bloccato' nei contenuti, appare piu' facile l'ipotesi di inserire, su alcuni punti strategici, solo una normativa ''quadro'' che delega il governo a fissare con precisione le norme. Se dovesse prevalere quest'ultima ipotesi, che richiede di fatto un intervento in ''due tempi'', non e' escluso che il governo possa chiedere comunque al Parlamento una corsia veloce per l'approvazione del decreto.

La scelta delle diverse tipologie normative non e' certo neutra.

IL DECRETO: Il decreto legge – per il quale sembra propendere il Pdl ma il Pd chiede di non utilizzare – ha effetti immediati. Le norme sarebbero subito in vigore. Su un tema cosi' delicato come il lavoro (e i licenziamenti) il Parlamento verrebbe cosi' pressato sia nei tempi (60 giorni per la conversione) sia nei contenuti. Le eventuali modifiche, poi, entrerebbero in vigore solo dopo la pubblicazione della legge di conversione, cioe' al termine dell'iter. Non e' comunque escluso che il governo possa decidere di introdurre per decreto solo una parte delle norme, magari quelle sui contratti, riservando le altre al ddl.

IL DISEGNO DI LEGGE: E' lo strumento con il quale il governo affida al Parlamento la propria proposta, nel dettaglio. Le camere possono modificarlo e, quando e' approvato, entra in vigore dopo la vacatio legis di 15 giorni. Se non approvato nella legislatura decade. Puo' prevede, su alcune norme, anche un entrata in vigore differita, ad esempio per quanto riguarda i nuovi ammortizzatori sociali.

IL DDL DELEGA: E' lo strumento sul quale il governo sembra orientato ma e' un procedimento piu' lungo, perche' prevede il varo, una volta trasformato il ddl in legge, dei decreti delegati. Per questo potrebbe essere chiesta una corsia preferenziale per l'esame parlamentare. E' da sempre lo strumento piu' utilizzato per le riforme: cosi' il Parlamento definisce la cornice normativa entro la quale il governo si muove con i decreti delegati, dando corpo alle misure. Una volta approvata la delega il governo e' ''signore'' della norma: il decreto delegato viene approvato una prima volta sotto forma di ''schema'', inviato al parlamento per il parere delle commissioni competenti, che pero' non e' vincolante e che deve essere dato in tempi ristrettissimi. Poi nel varo definitivo il governo puo' accogliere o meno le eventuali osservazioni fatte dal Parlamento alla delega, di fatto mantenendo la responsabilita' della norma di legge.

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