Il furto di veicoli in Italia rappresenta un fenomeno allarmante e in continua crescita. Secondo i dati forniti dal Ministero degli Interni e dal Ministero dei Trasporti, nel 2023 si sono registrati 130mila furti di veicoli, tra auto, moto e veicoli commerciali. Di questi, ben 100mila riguardano autovetture, e il 40% delle auto rubate non viene mai ritrovato. Anche per le vetture recuperate, tuttavia, rimane una lacuna nell’analisi: spesso non si denunciano i ricambi mancanti, come fanali o componenti elettronici, che vengono sottratti senza far sparire l’intero veicolo. Con un valore medio di mercato di circa 2.500 euro per pezzi come i sistemi GPS, il furto dei ricambi alimenta un fiorente mercato parallelo.
Il fenomeno dei furti di auto e di pezzi di ricambio si inserisce all’interno di un mercato parallelo in forte espansione, simile a quello francese. Con il crescente costo delle auto nuove, le famiglie italiane si rivolgono sempre più spesso al mercato dell’usato, alimentato anche da attività illegali. Secondo Marc Aguettaz, country manager di Gipa, un centro di ricerca specializzato nel settore automobilistico, questo boom è trainato dalla domanda di ricambi usati prelevati da auto rubate o distrutte. Gli oggetti più ambiti sono specchietti, gomme, cerchioni e volanti, che vengono poi venduti a officine specializzate.
Secondo Aguettaz, ci sono quattro principali motivi per cui le auto vengono rubate:
Non tutto il mercato dei ricambi usati è illegale. In Italia esistono 1.500 professionisti accreditati, come gli autodemolitori, che smantellano circa 800 mila veicoli all’anno, favorendo l’economia circolare. Il riciclo dei componenti permette di ridurre l’impatto ambientale e di promuovere l’utilizzo di pezzi usati anziché nuovi. La normativa italiana incoraggia i carrozzieri a preferire i ricambi usati per ridurre le emissioni, evitando di ricorrere a nuovi pezzi di produzione.
Un altro dato rilevante è l’aumento dell’età media delle auto in Italia, che si attesta a 11 anni. Questo è dovuto ai prezzi elevati delle auto nuove e all’incertezza tecnologica riguardante l’acquisto di veicoli ibridi, elettrici o tradizionali. Gli italiani spendono ogni anno circa 13 miliardi di euro per la manutenzione delle proprie vetture, prolungando il ciclo di vita dei veicoli. Anche la riduzione del numero di giovani che conseguono la patente contribuisce a deprimere il mercato delle auto nuove.
In questo contesto, la crescente domanda di ricambi usati, alimentata da furti e da una filiera legale strutturata, è destinata a influenzare sempre di più il settore automobilistico in Italia.
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