I beneficiari della Legge 104 dovranno fare i conti con un taglio alle misure di sostegno: le associazioni esprimono preoccupazione.
La Legge 104 è stata introdotta per sostenere le persone che sono affette da disabilità e le loro famiglie. Si tratta dunque di un sistema articolato di agevolazioni, permessi retribuiti e sgravi fiscali a favore di individui che convivono con minoranze fisiche, psichiche e sensoriali o con familiari che si dedicano alla loro assistenza. Per ottenerne i benefici collegati alla 104 occorre sottoporsi a valutazione da parte della commissione INPS e poi presentare apposita domanda all’istituto.
In Italia, nel 2024, si contano circa 3 milioni di beneficiari della Legge 104. Ma non per tutti i tutelati il beneficio è sicuro. Il Governo Meloni ha confermato per quest’anno le misure previste per i permessi che consentono ai lavoratori con disabilità (e ai soggetti che hanno familiari con disabilità in condizioni gravi) di non prestare servizio per un determinato numero di ore o giorni, garantendo comunque un compenso economico. Inoltre, per coloro che necessitano di assistenza personale a causa della loro condizione di non autosufficienza è prevista la possibilità di beneficiare delle agevolazioni Legge 104 per caregiver.
Si tratta sostanzialmente di una detrazione Irpef del 19% sulle spese sostenute per gli operatori dedicati all’assistenza, come le badanti. La detrazione è calcolata su una spesa massima di 2.100 euro ed è concessa a chi presenta un reddito complessivo non superiore a 40.000 euro.
Tutte queste novità sono giunte con il nuovo Decreto Disabilità, approvato il 15 aprile 2024. Un provvedimento che ha cercato di semplificare il sistema di accertamento dell’invalidità civile, eliminando le visite di rivedibilità, e messo in campo novità per ridurre la frammentazione delle prestazioni socio-sanitarie nazionali. Sono però arrivate anche delle brutte sorprese, specie laddove il Governo ha deciso di far gestire gli aiuti a livello regionale.
C’è infatti un problema che allarma le associazioni di categoria. Si paventano tagli strutturali agli aiuti così come permesso dalla gestione dei fondi del PNNA, ovvero il Piano Nazionale per la Non Autosufficienza. Il PNNA 2022-2024 stabilisce che le Regioni attuino una progressiva conversione dei contributi economici in servizi diretti.
In sostanza, si è deciso di elargire, laddove è possibile, meno soldi agli aventi diritto in cambio di un supporto materiale e concreto agito da strutture specializzate o professionisti a domicilio. Per rendere possibili tali nuove politiche l’Italia ha stanziato più di 2,5 miliardi di fondi.
La Regione Lombardia, per esempio, dopo aver approvato il piano deciso dal Governo, ha subito attuato dei tagli ai contributi previsti per i caregiver. E così i familiari che prestano assistenza e, in base alle condizioni dell’assistito, ricevono un assegno o un contributo di cura (sussidio economico valido come contributo all’assistenza svolta) hanno notato una riduzione negli assegni.
La Lombardia ha di fatto tagliato parte dei contributi economici destinati ai caregiver familiari che forniscono assistenza domiciliare alle persone con gravissima disabilità. Così è stato stabilito dalla delibera 1669, approvata il 28 dicembre 2023 dalla Giunta regionale. Com’è possibile? In pratica, la Regione ha deciso di recepire solo parzialmente le direttive del PNNA 2022-2024. Con il taglio agli aiuti economici ai caregiver si è per esempio arrivati a una riduzione nei contributi mensili per le persone con SLA assistite da assistenti accreditati: l’importo si è ridotto di 100 euro al mese. Da 1.300 a 1.200 euro.
Tutto ciò in cambio di opportuni servizi offerti alla persona assistita? No… le associazioni denunciano la mancanza di servizi in tutta la Regione. I LEPS (i livelli essenziali delle prestazioni sociali) lombardi non funzionano a dovere. Questo perché il sistema regionale è basato su un sistema a prevalenza privato le cui tariffe appaiono troppo care.
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