L’Europa non decide sul debito: tensione sul vertice

BRUXELLES, 20 OTT – La tensione in vista del vertice europeo che si dovrebbe tenere domenica 23 ottobre viene alimentata da Olanda e Germania, che ha addirittura minacciato in serata un rinvio del vertice.

Berlino e Amsterdam sono d’accordo sull’utilizzo del fondo salva-stati Esfs, lo European Financial Stability Facility, come assicurazione per ripagare chi compra i titoli di stato dei paesi a rischio. Ovviamente non tutto il fondo potrà essere usato per questo.

Dai 440 miliardi dell’Efsf vanno tolti quelli già destinati al salvataggio della Grecia e quelli per la ricapitalizzazione delle banche. Con il resto, all’incirca 250 miliardi, l’Unione europea garantirà il 20 per cento dei soldi investiti nell’acquisto dei buoni del Tesoro poliennali.

In questo modo si potrebbe innescare un circolo virtuoso, in cui l’assicurazione del fondo produce una diminuzione del rischio e quindi del tasso d’interesse. Una sorta di copertura danni che potrebbe far lievitare il valore dei 250 miliardi circa, fino a permettere di controllare debiti per 1200 miliardi.

Ci sono però due problemi. Innanzitutto Germania e Olanda non si accontentano di concedere questi soldi senza nulla in cambio. A Berlino, in particolare, il cancelliere Angela Merkel sa che per tenere – o riconquistare – il favore dell’elettorato deve avere qualche garanzia sulla liberalità dell’Ue. Per questo ha chiesto che le leggi di bilancio e di spesa dei 27 vengano prima visionati da Bruxelles e solo in un secondo tempo discussi dai parlamenti nazionali. Una sorta di limitazione della sovranità locale a favore di quella centrale dell’Unione.

Su questo punto i 27 nicchiano. Ma sono d’accordo sull’aumentare gli eurosummit a due all’anno, dopo ogni Consiglio europeo. Di certo c’è che un mancato pagamento dei debiti da parte dei paesi a rischio mette a repentaglio le banche che detengono i titoli di stato di quel paese. Se la Grecia non paga il suo debito, tanto per fare un esempio, a rimetterci sono le banche tedesche e francesi.

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