Liberalizzazioni, i penalisti: “Non è il momento per lo sciopero”

ROMA – No al ”logoramento dello strumento dell’astensione dalle udienze, che finirebbe per consolidare una posizione corporativa fine a se stessa e poco comprensibile all’esterno”. L’Unione delle Camere penali prende nettamente le distanza dagli scioperi proclamati dall’Organismo unitario dell’avvocatura contro il dl sulle liberalizzazioni. Cosi’ come dalla scelta ”grave e irresponsabile”di abbandonare la difesa d’ufficio come forma di protesta.

E in una nota giudica gli emendamenti al decreto e, soprattutto, l’odierna ripresa dell’esame del disegno di legge di riforma forense ”il segno di una possibile inversione di tendenza rispetto agli ultimi, improbabili, interventi sullo statuto del difensore”.

tariamente assunto di assistere, secondo un qualificante precetto costituzionale, i cittadini privi di un difensore di fiducia o, ancor peggio, quelli meno abbienti. Su questa deriva l’Unione delle Camere Penali non è disponibile ad alcuna concessione”

Tutto questo non significa pero’ abbassare la guardia: “se i futuri sviluppi politici confermassero forme di limitazione dell’autonomia del difensore ovvero una sua dequalificazione, l’Unione della Camere Penali non esiterà a denunciare pubblicamente la prevalenza di chi vuole liquidare un ruolo, quello dell’avvocato, fondamentale per la vita democratica ed a ricorrere a forme mirate ed incisive di protesta”.

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