Liberalizzazioni. Monti cede, ai taxi non basta: no di Terzo Polo e Idv

ROMA – Per il secondo giorno consecutivo il governo deve cedere sul decreto liberalizzazioni alla volonta’ bipartisan dei Senatori: questa volta e’ avvenuto sulla norma sui Taxi, dove l’esecutivo ha dato l’ok all’emendamento dei relatori redatto alcuni giorni fa, che riporta in capo ai sindaci la competenza sulle licenze. Il che suscita i malumori delle Associazioni dei consumatori e dei sindacati. Intanto sono stati approvati una serie di emendamenti a favore dei consumatori, come la gratuita’ dei conti correnti per i pensionati con un assegno inferiore ai 1.500 euro.

L’Italia dei valori e la Lega Nord hanno protestato nell’aula al Senato per l’andamento dei lavori sul decreto legge liberalizzazioni. ”Il continuo stop and go dei lavori – dice il presidente dei senatori Idv, Felice Belisario – e le conventicole da sagrestia, al di fuori della Commissione, in cui si consumano intese, accordi, inciuci e scambi non fanno parte della dignita’ del Senato della Repubblica. Il Presidente Schifani si faccia garante del rispetto delle procedure formali e sostanziali”. Anche il senatore del Carroccio Massimo Garavaglia protesta per ”i problemi di operativita”’ ed invita a non procedere ”con fretta” chiedendo ”rispetto” per il Parlamento e in particolare per le opposizioni ”che non stanno certo facendo ostruzionismo”.

Francesco Rutelli del Terzo Polo ha fatto sapere che il risultato del voto non è scontato: “Il rischio è la palude: se la situazione dovesse degenerare, i parlamentari del Terzo Polo si riuniranno per valutare quale comportamento avere in sede di voto”. ”Vogliamo esprimere – dice Francesco Rutelli a nome del Terzo Polo, che si e’ riunito in queste ore – grande preoccupazione per il rischio che il dl sulle liberalizzazioni rischi di essere snaturato e che il Parlamento sembri una tela di Penelope che smonta le misure del governo”. Preoccupazione che il Terzo Polo intende ”tradurre”, spiega sempre Rutelli, con la presentazione di emendamenti ”rafforzativi, che vadano nell’interesse generale e non soccombano a logiche particolari. Vogliamo chiarire che la maggioranza e’ fatta non solo da chi vuole indebolire ma anche da 100 parlamentari che sono determinati a migliorare l’impronta riformatrice del governo”.

”In realta’ se si guarda meglio non e’ equilibrato dire che ci sia stata una marcia indietro. Sulle assicurazioni e sulle banche ci sono stati passi avanti. Non ci sono solo passi indietro anche se noi avremo auspicato qualche sforzo in piu’ sulle professioni, sull’energia, sulla benzina e sui farmaci”. Pier Luigi Bersani valuta cosi’ il decreto liberalizzazioni in discussione al Senato. ”Comunque la discussione non e’ ancora finita”, aggiunge il leader Pd.

Martedi’ il governo aveva dovuto cedere su una norma minore, ma che comunque era nel decreto, quella sulle carrozzerie, che la commissione Industria ha cancellato con voto unanime. Dopo un braccio di ferro che dura da giovedi’ l’esecutivo ha oggi ceduto dando il placet ad un altro emendamento dei relatori, Simona Vicari (Pdl) e Filippo Bubbico (PD) sui taxi. Le licenze non le decidera’ la nascente Authority, come prescriveva il decreto, bensi’ i sindaci, come avviene gia’ oggi.

L’Autorita’ avra’ un potere di indirizzo, con la possibilita’ di ricorrere al Tar se i Comuni non si adeguano alle sue indicazioni ”senza adeguata motivazione”. Il governo sperava di avere una sponda dal Pd, ma la base della modifica e’ arrivata proprio da un emendamento di un Democratico, l’ex sindaco di Padova Paolo Giaretta.

L’emendamento e’ stato presentato ma non e’ stato votato, ma l’annuncio ha suscitato l’ira delle Associazioni dei consumatori che hanno accusato il Governo di aver ceduto alla ”lobby dei taxi”. E anche il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, ha accusato l’esecutivo di essere ”debole con i forti e forte con i deboli”.

Il presidente del Senato, Renato Schifani, ha voluto rassicurare tanto il governo quanto l’opinione pubblica: ”Credo che il Senato – ha detto – rafforzera’ il provvedimento con interventi che liberalizzeranno di piu’ il mercato”, e quindi ”difendendosi da pressioni di lobby e corporazioni”. La commissione Industria di Palazzo Madama, che sta esaminando il decreto, ha votato e approvato una serie di articoli che tutelano maggiormente i consumatori.

E’ stata rafforzata la possibilita’ della class action, e sono state introdotte mega-multe anti clausole vessatorie. Inoltre quando un cliente sottoscrivera’ un mutuo presso una banca o otterra’ un credito al consumo, non sara’ piu’ obbligato ad aprire un conto corrente. Inoltre la banca dovra’ proporre al cliente almeno due polizze di due compagnie assicurative diverse e l’utente ne potra’ sottoscrivere una da lui trovata sul mercato.

In serata poi e’ arrivato l’ok a due altre norme: i pensionati con un assegno fino a 1.500 euro potranno aprire gratis il conto corrente in banca, e non pagheranno le operazioni di accredito della pensione e di prelievo. Inoltre niente commissioni per alcuni mesi quando si paghera’ con carta di credito la benzina al distributore.

Sulla separazione tra Eni e Snam il sottosegretario Claudio De Vincenti ha chiarito che il governo punta a una separazione totale, quindi compresi gli stoccaggi. Ma non intende cedere sull’accelerazione dei tempi dell”’unbunling” come volevano i senatori.

Comments are closed.

Gestione cookie