Liberalizzazioni: sindacati, tassisti, farmacisti e petrolieri pronti alla guerra

ROMA – Come annunciato il 5 gennaio dall’Antitrust, l’Italia deve procede velocemente sulla strada delle liberalizzazioni. Da Parigi dove è volato con il premier Mario Monti per il bilaterale con il tandem Fillon-Sarkozy, anche il ministro dello Sviluppo Corrado Passera ha confermato la volontà dell’esecutivo di procedere in quella direzione. “Stiamo aprendo il commercio, certi settori energetici e pubblici. Non è facile, ma sono compiti che abbiamo deciso di assumere e mese dopo mese stiamo cercando di portare avanti dei risultati”.

Ecco punto per punto i maggiori ostacoli che il governo incontrerà nella Fase 2, quella che si preannuncia della riforma del lavoro e delle liberalizzazioni.

RIFORMA DEL LAVORO

I sindacati sono sul piede di guerra per quanto riguarda la riforma del lavoro. Dopo il faccia a faccia tra Elsa Fornero e Susanna Camusso è emersa la volontà del sindacato di ostacola qualsiasi riforma che coinvolga l’articolo 18.

TASSISTI SUL PIEDE DI GUERRA

L’Antitrust propone per i tassisti una seconda “licenza compensativa” da regalare ad un familiare o da rivendere. In questo modo, le licenze dovrebbero raddoppiare consentendo di vedere più taxi circolare in città come Roma e Milano. I tassisti però sono già sul piede di guerra e minacciano di bloccare le città. A dichiararlo sono Nicola Di Giacobbe dell’Unica Taxi della Cgil (“siamo pronti ad occupare le città”) e Loreno Bittarelli , segretario della Uritaxi il quale ha dichiarato che la “categoria è in forte fermento” e che il governo si dovrà aspettare una reazione fortissima se procederà in questo senso. La categoria poi, gode anche dell’appoggio di molti esponenti del Pdl, da Maurizio Gasparri al sindaco di Roma Gianni Alemanno, eletto nel 2008 grazie al consenso di larga parte della categoria.

FARMACISTI E PETROLIERI PRONTI ALLE BARRICATE

Anche i farmacisti e i petrolieri si preparano a dare battaglia. “l governo è già intervenuto sulla liberalizzazione dei farmaci”, ha detto Annarosa Racca, presidente di Federfarma. “Sui farmaci di fascia C il Parlamento ha già deciso di demandare la questione all’Aifa, che in questi giorni dovrà stilare un elenco dei medicinali che sarà possibile vendere fuori dalle farmacie. La questione è dunque stata già decisa”.

Pasquale De Vita, presidente dell’Unione petrolifera, ha invece detto “no” a eventuali misure che possano consentire ai gestori delle pompe di benzina di rifornirsi senza passare attraverso le compagnie cui sono legati. “Gli impianti di distribuzione sono costruiti dalle società petrolifere, la manutenzione viene effettuata dalle società, il marchio è della società e con tutto questo sono dati in uso gratuito al gestore perché venda la benzina della società. Non è pensabile che dopo tutto questo il gestore si vada a comprare la benzina da un’altra parte”.

I POLITICI E LE LIBERALIZZAZIONI

Come scirve Repubblica oggi 7 gennaio, le barricate contro le liberalizzazioni del governo Monti sono già partite anche in parlamento, dove la Casta è pronta a difendere ancora una volta interessi e affari propri o dei suoi amici. “Lobbisti sono gli stessi onorevoli” scrive Repubblica riferendosi alla presenza fra Camera e Senato, di 133 avvocati, 90 giornalisti, 53 medici, 20 ingegneri, 23 commercialisti, 13 architetti, quattro farmacisti e quattro notai. Tra i politici, il più schierato a difesa delle categorie in questione sembra il Pdl. Se Maurizio Lupi annuncia un vertice per lunedì mattina in cui verrà spiegata la posizione del partito, Maurizo Gasparri annuncia: “‘Sulle liberalizzazioni bisogna agire a 360 gradi, come proporra’ un documento del Pdl. Niente sconti ai potentati dei servizi pubblici locali o dei trasporti. E fine totale dei privilegi per Coop e grande distribuzione. Ma non accetteremo attacchi unilaterali a professioni o taxi”.

 

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