Liceziamenti collettivi. Ue avverte Italia: "Penalizzanti per i dirigenti"

BRUXELLES, 21 GIU – La procedura d'infrazione è la conseguenza di una petizione del Parlamento europeo, secondo cui la legislazione italiana esclude la categoria dei dirigenti dal calcolo del numero degli occupati, rendendo quindi più difficile il raggiungimento della quota necessaria per far partire le procedure di consultazione proprie dei licenziamenti collettivi.

La direttiva sui licenziamenti collettivi, spiega la Commissione in una nota, armonizza le norme applicabili alla procedura e alle modalità pratiche di questo tipo di licenziamenti a livello Ue, in modo da garantire una ''protezione comparabile'' dei diritti dei lavoratori in tutti gli Stati membri.

La legislazione italiana, prosegue Bruxelles, come applicata dai tribunali, esclude attualmente i dirigenti dall'ambito di applicazione della procedura di mobilità, privando questa categoria di lavoratori della protezione garantita da questa procedura.

L'esclusione dei dirigenti non solo costituisce ''un'ingiustificata discriminazione nei loro confronti, ma, in taluni casi, puo' comportare anche un abbassamento, ugualmente ingiustificato, del grado di protezione di altre categorie di lavoratori'', sottolinea la Commisisone europea. In particolare, puo' ''rendere piu' difficile raggiungere la soglia di licenziamenti prevista dalla legislazione per dare inizio alla procedura di informazione e di consultazione''.

Perché la direttiva sia correttamente attuata, ''la definizione della nozione di 'lavoratori' non può essere lasciata alla discrezione degli Stati membri, ma deve essere uniforme in tutta l'Unione europea e conforme agli obiettivi della direttiva, al principio della parita' di trattamento e alla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea'', conclude l'esecutivo Ue.

L'Italia ha adesso due mesi di tempo a disposizione per informare la Commissione sulle misure attuate per adeguare la propria legislazione alla legislazione dell'Unione. In caso contrario, la Commissione potra' decidere di deferire l'Italia alla Corte di giustizia dell'Unione europea.

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