Vogliamo provare a immaginare come sarà l’Italia tra qualche anno? Nel 2050? Si sa, questi sono giochi. Le cose possono sempre cambiare all’improvviso, ma alcune tendenze sono ormai in corso da anni.
La prima: la popolazione sta diminuendo, e di molto. Da una parte, infatti, sta calando la natalità; dall’altro, aumentano sempre più gli italiani in fuga dal nostro povero Paese. Qualche dato sulle nascite: nel 2023 i nuovi nati sono scesi a 379.890, 13mila in meno rispetto al 2022, con un calo del 3,4%. Per rendere l’idea: negli anni ’60 erano tra i 900mila e il milione. Qualche dato sul fuggi fuggi all’estero: negli ultimi 13 anni i giovani expat sono stati 550mila (nella fascia d’età tra i 18 ei 34 anni).
Come se fosse sparita la città di Genova o se fossero trasferite oltre confine due città come Bari. Al netto dei rientri, il dato è pari a 377mila. C’è chi sostiene che questi numeri siano sottostimati e che il dato reale sia in realtà il triplo. Ma comunque il risultato finale non cambia: i ragazzi, i pochi che nascono e crescono qui, poi scappano dall’Italia. Senza contare che i migranti che arrivano neanche li vogliamo. Anzi, ora li vogliamo mandare anche in Albania. E questo non fa che peggiorare ulteriormente il trend demografico.
La seconda tendenza: siamo sempre più poveri. Gli stipendi, contrariamente al resto del mondo, dicono i dati, da trent’anni non crescono. Anzi, diminuiscono. E mentre gli stipendi calano, l’inflazione ha portato i prezzi a livelli ormai insostenibili. Tanto che, secondo l’Istat, nel 2023 le famiglie in povertà assoluta hanno raggiunto il picco record di 2,2 milioni, coinvolgendo 5,7 milioni di italiani. Ma non è tutto. Il debito pubblico, nonostante i tagli qua e là, continua a crescere.
Questo significa che anche nei prossimi anni, al di là di chi voterete, avrete sempre meno servizi: meno manutenzione nelle scuole, meno sanità, meno professori, meno pensioni (chi le pagherà?). Meno di tutto. In fondo, non avete notato negli ultimi anni il crollo verticale dei servizi pubblici? A meno che Musk non decida di regalarci tutto il suo patrimonio per aumentare stipendi e pensioni minime, la tendenza sarà sempre la stessa.
La terza tendenza: saremo sempre più vecchi. Come detto, in Italia non si fanno più figli, o quasi, e quei pochi che nascono, appena si affacciano al mondo del lavoro, scappano. Risultato: l’età media continua a salire. L’Italia, mese più mese meno, è uno dei Paesi più vecchi al mondo: 46,4 anni di età media. Nel 1861 era di 24 anni, nel 1950 era meno di trent’anni.
Come sarà quindi l’Italia nel 2050?
Come sarà quindi l’Italia nel 2050? Sarà, il nostro, un Paese pieno di anziani e di poveri. Pieno, a dir la verità, non proprio. Come detto, infatti, saremo sempre meno. Ci saranno quindi pochi anziani, e poveri. Tutt’intorno, sempre meno scuole, sempre meno ospedali pubblici. Quando si andrà al pronto soccorso, a circa 200 chilometri da casa, probabilmente si troverà un qualche medico ottantenne. Questo insomma, il quadro. L’Italia del 2050, quindi, sarà come quella di oggi. Ma peggio. Sempre che qualche guerra o qualche crisi non peggiorerà le cose. Che dire? AAA miracoli cercasi.