L’Italia storta del mattone: manca un milione di case ma cinque milioni sono vuote

È proprio storta l’Italia del mattone. Governo, sindacati, enti locali e costruttori sono d’accordo: per dare casa a tutti quelli che hanno bisogno di un’abitazione il cui affitto non costi la metà e più del reddito familiare occorre costruire più di un milione di nuovi appartamenti. Quindi costruire bisogna, urge, serve. Però nessuno contesta un’altra cifra: in Italia ci sono trenta milioni e mezzo di case già costruite a fronte di 24 milioni e 300mila famiglie. Dunque ci sono cinque milioni e mezzo di case vuote. A Roma una su sette, 245mila su 1.715mila. A Milano 80mila su 1.640mila. Dunque siamo insieme e contemporaneamente il paese che consuma più territorio colando cemento per abitazioni e quello dove è più difficile se non impossibile trovare una casa.

Il perché di questa “follia” più o meno lo conoscono tutti, però spesso e volentieri lo si dimentica. Il perché sta nel fatto che in Italia le case non si affittano. Da noi in affitto solo 4,4 milioni di abitazioni, il 18,8 per cento del patrimonio abitativo, cioè delle case già costruite. In Germania le case in affitto sono il 57,3 per cento del totale, in Olanda il 47 per cento, in Svezia il 41, in Francia il 40,7. In Danimarca e in Austria il 40. In Finlandia il 32, in Gran Bretagna il 29, in Belgio il 28, in Portogallo il 21, in Grecia il 20 per cento. E poi, solo poi arriviamo noi.

Noi italiani, se proprietari di case, e lo siamo al 75 per cento delle famiglie, non affittiamo, non diamo in affitto. Perché un fisco ottuso ci leva la metà del canone se non affittiamo in nero. Perché abbiamo paura, spesso esagerata, che l’inquilino, anche se moroso, non se ne vada più via da casa nostra. E anche perché non vogliamo riconoscere all’inquilino, anche quello che paga, nessun diritto o garanzia di essere sbattuto fuori quando ci pare. Se affittiamo, lo facciamo soltanto in maniera speculativa: agli stranieri, ai fuori sede, studenti o manager. Oppure in nero e senza contratto. Dice che facciamo così per autodifesa, per non essere stupidi e incauti. Ma sono allora tutti stupidi e incauti gli europei?

Al contrario i “pazzi” siamo noi. Il legislatore non riesce a stabilire un trattamento fiscale equo e realistico sui proventi degli affitti. Da anni si chiacchiera di un 20 per cento fisso svincolato dall’aliquota marginale sul reddito. Si chiacchiera ma non si fa. I proprietari che non affittano si consolano con l’aumento automatico del valore immobiliare della casa. Ma con la crisi economica l’automatismo va rallentando fino a fermarsi. Il territorio viene mangiato dal cemento e le città imbruttiscono. Gli inquilini conducono una sorta di guerriglia di ceto contro gli affittuari. Il governo, i governi varano “piani casa” da centomila abitazioni in cinque anni ma sanno ne servono un milione e passa. E cinque milioni di case restano vuote. La follia è che non è affare per nessuno e a utti sembra un affare.

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