La lotta all’evasione dà risultati: in 10 mesi riscossi 7,3 miliardi

Pubblicato il 26 Novembre 2010 - 15:31 OLTRE 6 MESI FA

La lotta all’evasione fiscale dà i suoi frutti: nei primi dieci mesi del 2010 ha portato nelle casse dello Stato ben 7,3 miliardi di euro, il 16,5% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Lo comunica in una nota Equitalia sottolineando che ”i risultati di quattro anni di attività hanno consentito all’erario di incassare circa 30 miliardi di euro, di cui ben oltre il 20% da contribuenti con debiti superiori a 500 mila euro”.

I risultati della lotta all’evasione si aggiungono al ”risparmio dei costi a carico della collettività e al miglioramento del rapporto con i contribuenti”, evidenzia Equitalia che ricorda che la nascita del gruppo ha portato alla riduzione delle società operative da 38 alle attuali 17 che, entro il prossimo anno, diventeranno 3 e alla riduzione degli addetti di circa 4 mila unità, ”grazie al Fondo esuberi delle ex concessionarie private e quindi senza oneri a carico dello Stato”. Attualmente il Gruppo conta su circa 8.000 dipendenti.

Equitalia pone l’accento anche sui ”nuovi strumenti e servizi messi a disposizione dei cittadini per andare incontro alle loro difficoltà. A oggi, per esempio, un milione di contribuenti ha potuto rateizzare il proprio debito, con rate a partire da 100 euro mensili e fino a 6 anni senza obbligo di garanzie e fiedeiussioni”. Il gruppo evidenzia che è diminuito il ricorso a procedure cautelari ed esecutive (nel primo semestre di quest’anno, le iscrizioni ipotecarie sono passate da 91mila a 80mila). Ricorda infine che Equitalia da maggio del 2010 consente ai contribuenti di bloccare ogni procedura con una semplice autodichiarazione.

”Alla luce di tutto ciò, Equitalia – conclude la nota – ha dato mandato al proprio legale per valutare le azioni da intraprendere nei confronti del settimanale ‘L’Espresso’ in relazione all’inchiesta di copertina pubblicata oggi in cui è stata riportata una versione dei fatti e delle circostanze distorta e altamente lesiva dell’immagine del Gruppo”.