Lunedì il signor Rossi può fare un po’ di soldi: Btp day con Bot al 6,5%

foto Lapresse

ROMA – Sarà come starsene almeno una mattinata al calduccio mentre fuori piove da mesi. “Fuori” impazza la crisi, l’Italia e l’euro rischiano il fallimento, ma lunedì mattina un sacco di gente potrà fare un po’ di soldi, rischiando un po’, ma in piena e “tricolore” legalità. Potrà farlo grazie a una possibilità offerta dalla crisi, crisi che ha fatto schizzare i tassi di rendimento dei titoli di Stato italiani ed ha portato a reazioni patriottiche come il “Btp day“, una “chiamata ai portafogli” dei risparmiatori per far acquistare agli italiani i titoli del debito pubblico italiano a condizioni agevolate dalle banche.

Funziona così: la mattina del 28 novembre – così come poi quella del 12 dicembre – il signor Mario Rossi (o anche Mario Monti, perché no) va in banca e può comprare Bot (Buoni ordinari del tesoro) a sei mesi. Il tasso di rendimento è del 6,50%. Significa che se investe 3.000 euro, a fine maggio se ne troverà 3.195. Se “scommette” 10.000 euro, gliene ridaranno 10.650. Con 20.000, se ne ritroverà 21.300 sei mesi dopo. Oppure potrà puntare sui Ctz, che rendono il 7,8% in due anni; sui Btp a due anni, che rendono l’8%, o su quelli a cinque anni, che fruttano il 7,8% della somma investita.

L’occasione è occasione due volte perché in quel giorno le banche rinunceranno alle commissioni, che di solito gravano sullo 0,3-0,5% del capitale investito. Che sia un’opportunità rara i grandi investitori lo hanno già capito: all’ultima asta c’è stata una domanda di Bot a sei mesi per 11,7 miliardi di euro a fronte di un’offerta di 8 miliardi. Lo hanno capito anche le stelle del pallone, alle quali la liquidità non manca e che, per bocca del presidente dell’Associazione calciatori Damiano Tommasi, si sono detti pronti ad aderire al “Btp day”: “Giochiamo per l’Italia” è il titolo del loro comunicato, ma l’impressione è che finiranno come al solito per giocare anche un po’ per loro stessi.

Ma, c’è un ma: le banche, alcune, potrebbero rovinare la festa. Il signor Rossi potrebbe sentirsi dire che l’acquisto dei Bot è riservato agli investitori istituzionali, cioè le banche stesse. Allo sportello potrebbero impedirgli di comprare titoli di stato e allo stesso tempo offrirgli obbligazioni della banca, che però rendono – bene che vada – il 5% a 12 mesi.

A parte i “signor Rossi” sfortunati, a molti risparmiatori la crisi porta sotto l’albero del debito pubblico il regalo di natale di un investimento che rende tanto e in poco tempo. Un investimento pagato come se presupponesse le percentuali di rischio di un hedge fund, quei fondi che hanno fatto la fortuna degli speculatori (ma non sempre quella dei risparmiatori) puntando senza paura sui titoli di stato dell’Indonesia di turno.

Lunedì, l’Italia per trovare soldi deve firmare dei “pagherò” a tassi “indonesiani”. L’Indonesia siamo noi, e se non falliamo, non va a fondo l’euro, non ci commissaria la Germania, non ci invade la Francia, non ci bombardano gli americani, a fine maggio molti nostri occhiuti connazionali si ritroveranno con il 6,5% in più.

Comments are closed.

Gestione cookie