Piccola domanda: ma cos’è la tassa sugli extra profitti di cui tanto si parla negli ultimi giorni? La risposta sincera? Nessuno lo sa. Nessuno.
Non lo sa nessuno perché, in fondo, non lo sanno neanche al governo cosa si intenda con questi extra profitti. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, intervistato da Bloomberg, aveva provato a tracciare una qualche forma dicendo che verranno tassati “i profitti ei ricavi, e sarà uno sforzo che l’intero Paese deve sostenere, ovvero gli individui, ma anche società piccole, medie e grandi”. Il risultato? In pochi minuti i mercati erano più o meno crollati.
Tanto che, forse strigliato e un po’ obbligato, lo stesso Giorgetti alla fine ha ridimensionato il tutto dicendo, intervistato questa volta dal Foglio , che no, non ci saranno nuove tasse. Insomma, si era sbagliato. Forse stava scherzando. Forse avete capito male.
Comunque, la vicenda è più o meno questa: non c’è un euro e bisogna trovare soldi per coprire la manovra presente e le futuro. E, a quanto pare, il governo è diviso: c’è chi vorrebbe mettere un po’ di tasse sui settori che in questi anni hanno registrato più profitti – si parla di banche, grandi aziende energetiche e armi – e c’è chi, come Forza Italia, continua a respingere l’ipotesi.
D’altronde Forza Italia, è bene ricordarlo, ha interessi rilevanti in gioco. Tanto che Tajani, con un richiamo alla storia, ha tirato fuori l’Unione Sovietica: “Sono contrario alla tassazione sugli extra profitti perché è una cosa da Unione Sovietica. Non siamo contrari a chi ha successo”.
Ognuno, insomma, difende il proprio elettorato, sollevando il velo delle ipocrisie. Ma, al di là delle chiacchiere, si è capito qualcosa su che forma potrebbe avere questa tassa sugli extra profitti? La risposta sincera? No. Non si è capito nulla. Non si è capito quale settore si vorrebbe tassare e nemmeno cosa si intenda esattamente per extra profitto. Quindi, ammettiamolo, negli ultimi giorni, come spesso accade nella politica italiana, si è parlato del nulla se non di un generico: noi i soldi tra chi ha guadagnato di più.
Resta la domanda: riusciranno quindi i nostri eroi a far pagare chi si è arricchito di più in questi ultimi anni? O ci si accontenterà, come sempre, dei tagli più o meno casuali che andranno a colpire, ancora una volta, gli ultimi sfortunati? Non si sa. Non resta che aspettare le prime bozze ufficiali della manovra.
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