Manager milionari, i loro compensi saranno più trasparenti

Roberto Tunioli, vicepresidente e amministratore delegato di Datalogic

L’obbligo esiste già ed è previsto da un regolamento Consob in vigore da più di dieci anni: le società quotate in Borsa devono rendere pubblici i compensi corrisposti ai top manager a qualsiasi titolo. Così già oggi si possono ottenere  molte informazioni su quanto guadagnano i capi delle società del listino.

Qualche esempio? Il Sole 24 Ore ha elaborato una tabella dove elenca le prime 50 retribuzioni, al  lordo delle tasse, percepite nel 2008 in Italia.

Roberto Tunioli, classe 1958, vicepresidente e amministratore delegato della Datalogic è il manager in testa alla classifica dei più pagati del 2008 tra le società quotate italiane, con 8,323 milioni di euro. Datalogic è una multinazionale dell’elettronica da 380 milioni di fatturato, piccola rispetto agli standard di questo genere di aziende, ma che si colloca fra i tre grandi produttori mondiali di lettori ottici di codici a barre.

Al secondo posto, nella classifica di un anno fa, c’era Luca Majocchi, nato nel 1959, ad di Seat Pagine gialle. Società, per la verità, con i conti in rosso profondo da anni (nel 2008 la perdita è stata di 179 milioni di euro).

Terza piazza per Enrico Parazzini, classe 1944, uomo d’oro del gruppo Telecom, azienda da cui è uscito l’8 agosto del 2008 con 7,173 milioni lordi, in larga parte una buonuscita dopo sette anni nel gruppo. Era arrivato dalla Pirelli nel 2001 con Marco Tronchetti Provera, è stato direttore finanziario, presidente di Telecom Italia Media e direttore generale di Telecom.

Gianluigi Gabetti, il più anziano della lista, è al quarto posto perché ha avuto dall’ex Ifil (ora Exor) un «emolumento straordinario» di 5 milioni e ha totalizzato 6,67 milioni.

Fiat è presente in graduatoria con Sergio Marchionne, manager che guadagna 3,41 milioni, dietro a Fausto Marchionni di Fondiaria-Sai con 6,4 milioni e Antoine Bernheim delle Generali, con 3,94 milioni.

Marco Benedetto, direttore del nuovo sito  di notizie on line Blitzquotidiano e fino al 31 dicembre 2008 amministratore delegato del Gruppo L’Espresso, ha guadagnato 3,464 milioni di euro nel 2008 e si piazza in  posizione numero 29, prima di Marchionne e Luca Cordero di Montezemolo. La cifra, tuttavia, è frutto della somma tra la retribuzione e la buonuscita.

Anche se ormai è considerato normale trovare su internet lo stipendio dei capi delle società quotate, oggi, complice la crisi e le polemiche sui mega-bonus dei banchieri, sulla trasparenza l’Europa vuole di più.

Il governo italiano si regola di conseguenza. La delega formalizzata in un emendamento alla legge Comunitaria per il 2010 promette l’introduzione dell’obbligo di comunicare con anticipo quanto si intende concedere in futuro, non solo ai top manager, ma anche ai dirigenti di prima fascia dettagliando ogni voce: parte fissa, parte variabile, stock option.

Infine, e questa è la novità forse più importante, le politiche di remunerazione dovranno essere discusse dall’assemblea dei soci. Il testo della norma parla chiaro: la delega prevede l’introduzione di «una relazione che illustri la propria politica in materia di remunerazione dei componenti dell’organo di amministrazione, dei direttori generali e dei dirigenti con responsabilità strategiche per l’esercizio finanziario futuro».

Via dunque alla trasparenza sui compensi «in ogni forma e a qualunque titolo» di tutti i dirigenti meno noti e sui quali finora era obbligatorio fornire solo un dato «aggregato».

L’emendamento alla legge comunitaria dà al governo un termine di sei mesi per emanare il decreto, recependo due diverse raccomandazioni della Commissione europea. Vedremo.

Gestione cookie