Manovra 2018: contributi dimezzati per chi assume giovani under 35. Tutte le ipotesi

Manovra 2018: contributi dimezzati per chi assume giovani under 35. Tutte le ipotesi
Manovra 2018: contributi dimezzati per chi assume giovani under 35. Tutte le ipotesi

ROMA – Manovra 2018: contributi dimezzati per chi assume giovani under 35. Tutte le ipotesi. Tutti reclamano un taglio significativo del cuneo fiscale, uno sconto forte e deciso del peso fiscale che grava su imprese e lavoratori per rilanciare crescita e occupazione, a partire dai contributi per assumere i giovani, gli unici finora esclusi dal moderato rilancio dell’economia.

Lo invocano partiti e sindacati, Confindustria e istituzioni transnazionali, maggioranza e opposizione: ne è convinto anche il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan che per dimezzare i contributi per chi assume giovani under 35 sacrificherebbe perfino la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia se Renzi non considerasse tabù per il suo Pd l’aumento delle tasse in generale e quello dell’Iva e delle imposte sulla prima casa in particolare. Padoan dovrà lavorare di cesello oltre che di forbici (ulteriori tagli ai ministeri e sulle agevolazioni fiscali) per finanziare l’abbattimento del cuneo fiscale auspicato contando soprattutto sulle migliori aspettative di crescita e su una maggiore indulgenza, leggi flessibilità, dell’Unione per lo sforamento del deficit.

L’idea è quella di una sorte di dote che per un periodo di due-tre anni dovrebbe accompagnare il primo contratto stabile di un lavoratore rendendolo molto più conveniente. Il taglio dei contributi sarà rilevante anche se non totale, 15-20 punti che equivalgono a metà dell’aliquota contributiva complessiva (33 per cento) e ad almeno due terzi della quota a carico del datore di lavoro, che vale poco meno del 24 per cento. Per le imprese si tratterebbe di un forte incentivo ad assumere e poi, in condizioni normali, a mantenere quel lavoratore. Il beneficio si applicherà ai neoassunti a tempo indeterminato fino ad una certa soglia di età, che potrebbe essere fissata a 35 anni oppure in una versione più limitata ai 29 che sono la soglia normale per l’apprendistato. (Luca Cifoni, Il Messaggero)

Siamo nel campo delle ipotesi perché si deve tener conto di varie incognite – vale a dire soprattutto la tenuta della maggioranza fino a scadenza naturale, la disponibilità della Ue ad accogliere le nostre richieste – e dei diversi approcci alla questione. Resta che il clima finanziario registra una inaspettata schiarita, un’occasione che non va sprecata.  La manovra “non sarà lacrime e sangue”: dall’orientamento della commissione Ue nei confronti dell’Italia ci sono più margini, sarà quindi “molto più facile” disinnescare le clausole di salvaguardia e “magari” aggiungere anche “un intervento strutturale a favore del cuneo sui giovani”, si è sbilanciato il viceministro dell’Economia, Enrico Morando, dal palco del convegno dei Giovani imprenditori di Confindustria.

Nel menù della manovra, sempre a proposito di cuneo fiscale, è prevista anche l’estensione dei beneficiari degli sgravi fiscali sui premi di produttività.

Il tetto di reddito dovrebbe essere rivisto in rialzo, ma non si esclude una riduzione dell’aliquota Irpef. In aggiunta a questa azione, il governo progetta un’altra misura. Vale a dire il potenziamento della decontribuzione dei premi di produttività nel caso di coinvolgimento paritetico dei lavoratori nell’organizzazione del lavoro. La manovrina all’esame appena votata dalla Camera ed ora all’esame del Senato già prevede un abbattimento dell’aliquota contributiva del 20% su un massimo imponibile di 800 euro ed una decontribuzione totale in favore del lavoratore. L’idea che prende corpo è quella di irrobustire la portata dello sgravio. (Michele Di Branco e Umberto Mancini, Il Messaggero)

 

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