Il Consiglio dei ministri ha approvato martedì in tarda serata la terza manovra del governo Meloni con una settimana di anticipo rispetto al previsto. Nessuna sorpresa. Via libera a misure da circa 30 miliardi per il 2025. In sintesi: confermate le regole sulle pensioni e potenziate quelle destinate a chi sceglie di restare al lavoro. Più fringe benefit ai neo assunti che si trasferiscono a più di 100 km da casa. Inoltre, tagli del 5% alle spese dei ministeri, proroga al 2025 del 50% per le ristrutturazioni della prima casa. Punto saliente: dalle banche e assicurazioni previsti 3,5 miliardi per la Sanità. Sulle barricate le opposizioni. Nicola Fratoianni, leader di Alleanza Verdi e Sinistra, ha subito punzecchiato la premier Meloni: ”Non sarebbe interesse nazionale introdurre il salario minimo, mettere una imposta patrimoniale a livello europeo, pagare insegnanti e medici?”.
È il termine evocato più volte nelle ultime settimane; un termine a cui è sensibile qualsiasi lavoratore. L’intenzione del governo, con questa manovra, è di rendere strutturali appunto il taglio del cuneo sulle retribuzioni fino a 35.000 euro e l’alleggerimento delle aliquote in modo da mettere circa 100 euro netti in più in busta paga. Aumento che diventerà permanente.
L’unico dicastero che esce con più risorse dalla manovra 2025 (gli altri ministeri dovranno tagliare i bilanci del 5%) è la Sanità. La dote messa in campo dal governo è di circa 3,5 miliardi che serviranno a finanziare il nuovo piano di assunzioni di medici e infermieri; e garantire, nello stesso tempo, retribuzioni più pesanti anche con l’introduzione di una Flat tax.
Il piatto forte della manovra è rappresentato, come detto, dalla conferma, anche per il 2025, del taglio del cuneo contributivo di 7 punti per le retribuzioni vino a 25.000 euro lordi annui e di 6 punti fino a 35.000 euro. Misura che coinvolge circa 14 milioni di lavoratori dipendenti.
A proposito di tasse: contrariamente alle previsioni, nella manovra, non ci sono misure che riguardano benzina e diesel. Dunque carburanti salvi. Per quanto riguarda la casa ci saranno controlli più serrati per coloro che hanno usufruito dei bonus sulle ristrutturazioni edilizie e non hanno comunicato le eventuali variazioni relative alle rendite catastali.
Infine la famiglia: uno degli obiettivi sempre dichiarati dal ministro Giorgetti, è quello di recuperare risorse per favorire la natalità (bonus bebè) e la genitorialità. Allo studio un piano per aumentare le detrazioni per le spese legate ai figli come scuola, università e sport. Un altro target e la conferma del “bonus mamme” per le lavoratrici madri con almeno 2 figli. Ma è il bonus per i neonati la misura più convincente. Da verificare i contributi dalle banche.
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