E’ ancora muro contro muro tra governo e regioni sulla manovra finanziaria. Le Regioni, come anticipato oggi da Vasco Errani, hanno espresso parere negativo alla finanziaria approntata da Tremonti, il ministro dell’Economia invece non si perde d’animo e dice: “Le Regioni scenderanno dai grattacieli e torneranno al tavolo”.
Ad anticipare l’intenzione degli enti locali di fare fronte comune contro la manovra è stato in mattinata il presidente della Conferenza Stato-Regioni, Vasco Errani. “La manovra è insostenibile per i tagli pesanti ai servizi e alle imprese”, ha detto il presidente dell’Emilia Romagna. Alla chiusura delle Regioni il ministro Tremonti ha risposto con tono fiducioso: “Anche il sindaco Chiamparino ha detto che la manovra era negativa ma poi si e’ seduto al tavolo per discutere – afferma Tremonti – Mica possiamo pensare che il giudizio diventi positivo. Il parere delle Regioni resterà negativo ma poi pensiamo che verranno al tavolo e parleremo. Le Regioni scenderanno dai grattacieli e torneranno al tavolo”.
La conferma: parere negativo dgli enti locali. Poi nel primo pomeriggio arriva la conferma del parere negativo degli enti locali. L’annuncio viene dato dal ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto al termine della Conferenza unificata che si è svolta nella sede del ministero. Le regioni, i comuni e le province, annuncia Fitto, hanno espresso, come si sapeva, parere negativo alla manovra.
Chiamparino. “Abbiamo espresso parere negativo alla manovra e abbiamo consegnato al governo il documento nel quale si boccia la manovra”. Lo ha detto il presidente dell’Anci (Associazione nazionale dei Comuni italiani), Sergio Chiamparino. Commentando la dichiarazione di Tremonti nel quale il ministro si dice convinto che alla fine le regioni scenderanno dai grattacieli, Chiamparino ha replicato: “Più che scendere dai grattacieli, io avrei bisogno di salirci. Se concordiamo sul testo, si può slittare anche di una settimana. L’importante è rispettare gli accordi”.
Alle parole di Tremonti hanno anche risposto, in un aspro botta e risposta, Vasco Errani e Roberto Formigoni. Errani ha detto: “Noi siamo con i piedi ben piantati per terra e chiediamo tempo di fare una trattativa vera e non a parole, considerando che, come è ormai evidente a tutti, i tagli della manovra sono insostenibili.
“Scenderemo dai nostri grattacieli – è invece la replica del governatore della Lombardia – simbolo di efficienza e di virtù, e andremo in quei palazzi romani che per i nostri popoli sono simbolo degli sprechi e del centralismo. Una volta approvata la manovra e mandato un segnale ai mercati, Regione e governo scrivano un nuovo patto tra loro per gestire al meglio le ricadute dei tagli sui servizi essenziali al cittadino”.
La motivazione delle Province. Pur concordando con la necessità e sulla portata complessiva della manovra e sulla volonta’ di contribuire al processo di risanamento della finanza pubblica, l’Unione delle province italiane nella riunione della conferenza unificata di oggi ha espresso parere contrario. L’Upi ha consegnato al governo il testo di un ordine del giorno che era stato approvato dal direttivo il 18 giugno scorso, nel quale si evidenziano alcuni dei punti critici della manovra. Tra questi il fatto che i tagli ai trasferimenti erariali alle province pari a 300 milioni per il 2011 e di 500 per il 2012 non consentiranno un’efficace erogazione dei servizi, ”minando fortemente il flusso finanziario in entrata”. Anche per le province esiste poi una forte sperequazione sulla ripartizione degli oneri della manovra che grava per piu’ della meta’ su regioni ed enti locali.
”Abbiamo chiesto – ha detto il vice presidente dell’Upi e presidente della provincia di Varese, Dario Galli – che i tagli tengano conto della virtuosita’ degli enti; abbiamo poi chiesto che si passi dallo 0,78% almeno al 4% dell’utilizzazione dei residui passivi. Il governo su questi punti si e’ impegnato a fornirci delle indicazioni”.
Fitto: manovra è giusta, equa e necessaria. ”La manovra non puo’ modificare i saldi e per noi e’ giusta, equa e necessaria”: lo ha detto il ministro per gli Affari Regionali, Raffaele Fitto, al termine delle Conferenze Stato Regioni e Unificata. ”Ritengo però – ha aggiunto – che il confronto con Regioni, Comuni e Province vada ripreso e mi auguro che al piu’ presto si riprenda il dialogo. Le Regioni non accettano i tagli ma dovranno sedersi intorno ad un tavolo per tornare a confrontarsi e a ragionare insieme”.
Fitto ha detto che la prossima settimana si terranno le ultime sedute delle Conferenze Stato Regioni e Unificata e che il tavolo di lavoro si terrà da settembre, alla ripresa dei lavori in autunno.