Manovra, la critica di Epifani (Cgil): “C’è una parte del Paese che può di più e a cui non viene chiesto niente”

Guglielmo Epifani

“La mia critica non è all’esigenza della manovra, ma a come viene fatta”. Lo ha detto, intervenendo al Tg3 il segretario della Cgil, Guglielmo Epifani, portando un esempio a sostegno della sua tesi, rivolto a Bianca Berlinguer che lo intervistava: “Se lei o io stesso guadagnassimo un milione di euro l’anno, non daremmo neanche un centesimo per il risanamento della finanza pubblica. Se fossi un infermiere o un dipendente della Fiat darei il mio contributo. C’è un problema – sottolinea Epifani – c’è una parte del Paese che può di più e a cui non viene chiesto niente”.

Secondo il leader della Cgil, “in Francia e in Germania” i sacrifici vengono chiesti a tutti, mentre in Italia “si concentrano solo su alcune categorie”.

Per Epifani “non è in discussione che ci voglia una manovra correttiva come fanno altri Paesi. Continuo a rammaricarmi del fatto che il governo aveva detto che eravamo in una situazione di tranquillità e non era vero”.

“Un giudizio definitivo lo daremo alla lettura del testo” ma “non è in discussione che vi voglia una correzione”, aveva spiegato Epifani dopo l’incontro a Palazzo Chigi tra governo e parti sociali, sempre il 25 maggio.

“La manovra mantiene un profilo di iniquità sociale: un reddito da un milione di euro non viene toccato, ma un lavoratore pubblico che guadagna 1.500 euro sì, così come un lavoratore privato che deve andare in pensione”. Per la Cgil “resta un giudizio di fondo: il grosso dei sacrifici è per i lavoratori poubblici e privati”

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