17 e 7 euro. Secondo i sindacati che in questi giorni hanno proclamato uno sciopero per il 20 novembre, tanto sarebbe l’aumento previsto in manovra per gli stipendi di medici e infermieri. 17 euro quindi per i medici, 7 euro per gli infermieri. Almeno nel 2025. Nel 2026 l’aumento sarà di 80 euro per gli infermieri e 115 per i medici.
Continuano poi le polemiche legate agli stanziamenti complessivi nel settore. Il Fondo sanitario nazionale, spiega all’agenzia ANSA il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta, a seguito degli incrementi indicati, raggiungerà “136,5 miliardi di euro nel 2025, 140,6 miliardi nel 2026 e 141,1 miliardi nel 2027, ma le risorse saranno in larga parte assorbite dai rinnovi di contratti già scaduti del personale sanitario. Senza lasciare spazio al Piano straordinario di assunzioni di medici e infermieri fortemente voluto dal ministro Schillaci, né tantomeno all’abolizione del tetto di spesa per il personale sanitario”.
“Le cifre, dunque – sottolinea – non mostrano affatto un rilancio progressivo del finanziamento pubblico per la sanità: le risorse sono insufficienti per soddisfare le legittime aspettative di professionisti sanitari e cittadini e le urgenti necessità di un Servizio Sanitario Nazionale sempre più in affanno a rispondere adeguatamente ai bisogni di salute delle persone”.
In una analisi del testo della manovra, Cartabellotta rileva come “da quanto riportato nel testo della Legge di Bilancio 2025, oltre che della relazione tecnica e della relazione illustrativa, il Fondo Sanitario Nazionale (FSN) nel 2025 aumenterà di 2,5 miliardi di euro (+1,9%) di cui 1,3 miliardi assegnati dalla Manovra 2025 e 1,2 miliardi già stanziati da quella precedente. Per gli anni successivi le altisonanti cifre riportate nella manovra risultano fuorvianti: 5 miliardi di euro per il 2026, 5,8 miliardi per il 2027, 6,7 miliardi per il 2028, 7,7 miliardi per il 2029 e 8,9 miliardi a decorrere dal 2030. Si tratta infatti dell’incremento complessivo del FSN e non di risorse aggiuntive stanziate in ciascuno degli anni”.
Infatti, sottolinea, “tranne che nel 2026 in cui l’incremento dell’FSN è di 4 miliardi di euro (+3%), negli anni successivi gli aumenti sono esigui: 536 milioni (+0,4%) per il 2027, 883 milioni (+0,6%) per il 2028, 1 miliardo (+0,7%) per il 2029 e 1,2 miliardi (+0,8%) a partire dal 2030”. Peraltro, conclude il presidente Gimbe, “le risorse aggiuntive previste dal 2028, includono l’accantonamento per il rinnovo dei contratti del personale per il periodo 2028-2030”.
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