ROMA – Estesa l’opzione donna, vale a dire il meccanismo grazie al quale alcune lavoratrici possono andare in pensione in anticipo rispetto le regole della riforma Fornero a patto di accettare il sistema contributivo e dunque una penalizzazione economica. Un emendamento presentato dal relatore alla manovra in commissione Bilancio alla Camera consentirà di lasciare il lavoro anche alle nate nell’ultimo trimestre del 1958 (1957 per le autonome), che abbiano maturato 35 anni di anzianità entro il 31 dicembre del 2015. Oltre 4mila le donne interessate per un finanziamento che dal 2017 al 2022 vale 257 milioni di euro.
Meno fortunata la norma Airbnb: dopo aver già incassato lo stop del premier Matteo Renzi, la proposta di introdurre una cedolare secca al 21% automatica è stata infatti respinta dai deputati. Semaforo rosso anche per la web tax e per gli emendamenti che chiedono la sostituzione della flat tax con una percentuale sul reddito per chi trasferisce la residenza nel nostro Paese.
“Fino a quando Airbnb continuerà a non pagare le imposte in Italia – ha detto il presidente della Commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia – non farà gli interessi del nostro Paese. Vale per tutti quelli che fanno servizi in Italia e ci fanno arrivare fatture dal Lussemburgo. Questo argomento fa il paio con la web tax. Mi auguro che se ne torni a parlare entro la fine della legislatura”.
Intanto nulla di fatto, almeno alla Camera, anche per ulteriori sforbiciate al Canone Rai e per il finanziamento di radio e tv locali. Un tema sul quale però il governo si è impegnato a intervenire durante l’esame del provvedimento in Senato: il viceministro all’Economia Enrico Morando ha infatti assicurato un “intervento anche se in un contesto qualitativamente diverso”. Il che potrebbe voler significare l’intenzione di non toccare il tesoretto del Canone Rai che negli emendamenti serviva invece a fare cassa.
I lavori in commissione Bilancio alla Camera hanno comunque iniziato con qualche ora di ritardo e dunque su molti capitoli (tra cui il bonus ristrutturazioni) si entrerà nel vivo solo nella tarda serata: l’obiettivo infatti è di concludere l’esame entro la mattina di giovedì per poi arrivare in Aula Montecitorio il giorno seguente. Anche se per il primo via libero del Parlamento occorrerà poi aspettare lunedì: la conferenza dei capigruppo ha infatti deciso di non impegnare l’Assemblea durante l’ultimo weekend prima del voto sul referendum.
Un rallentamento, quello del calendario della Commissione, dovuto anche alle difficoltà all’interno di maggioranza e governo sul cosiddetto “emendamento De Luca“, presentato dal Pd e da Scelta civica, per permettere ai presidenti di Regione di essere anche commissari straordinari alla sanità. Nonostante le ripetute proteste delle opposizioni, nella seduta notturna è arrivato il via libera con una riformulazione del testo originario, che introduce l’obbligo di una verifica semestrale da parte del tavolo di monitoraggio dei piani di rientro e del comitato Lea.