Manovra: donne in pensione a 65 anni? Sacconi smentisce

Pubblicato il 28 Giugno 2011 - 14:40 OLTRE 6 MESI FA

ROMA –  Blocco del turn over e delle retribuzioni per i dipendenti della pubblica amministrazione fino al 31 dicembre del 2014 e incremento di un anno dell’età di pensione per le donne, a partire dal 1 gennaio 2012. Un altro anno in più dal 2014 e per ogni biennio successivo, fino a 65 anni. Sono alcune delle misure contenute nella bozza della manovra economica del governo.

Dal primo gennaio 2012 per le lavoratrici dipendenti e per le lavoratrici autonome la cui pensione è liquidata a carico dell’assicurazione generale obbligatoria il requisito anagrafico di sessanta anni per l’accesso alla pensione di vecchiaia nel sistema retributivo e misto e il requisito anagrafico di sessanta anni sono incrementati di un anno.

Tali requisiti anagrafici sono ulteriormente incrementati di un anno, a decorrere dal primo gennaio 2014, nonchè di un ulteriore anno per ogni biennio successivo, fino al raggiungimento dell’eta’ di sessantacinque anni.

Sempre sul fronte delle pensioni, arriva lo stop alla rivalutazione automatica per quelle più alte. La misura vale per quelle superiori a cinque volte il trattamento minimo di pensione Inps. Per quelle fra tre e cinque volte, la rivalutazione è del 45%.

A titolo di concorso per il conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica, per il biennio 2012 – 2013, alla fascia di importo dei trattamenti pensionistici superiore a cinque volte il trattamento minimo di pensione Inps la rivalutazione automatica non è concessa. Per le fasce di importo dei trattamenti pensionistici comprese tra tre e cinque volte il predetto trattamento minimo Inps, l’indice di rivalutazione automatica delle pensioni e’ applicato nella misura del 45 per cento.

Il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi smentisce e spiega: ”In relazione alle notizie di agenzia riguardanti interventi in materia previdenziale – in particolare per quanto concerne l’età pensionabile delle donne nel settore privato – si precisa che le ipotesi indicate sono semplicemente infondate”.

Nella manovra poi vengono stanziati settecento milioni di euro per finanziare le missioni all’estero fino al 31 dicembre del 2011. ”Ai fini della proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali a decorrere dal primo luglio 2011 e fino al 31 dicembre 2011, la dotazione del fondo -si legge nella bozza- è incrementata di 700 milioni di euro”.

Novità anche per i ricorsi alle Commissioni tributarie provinciali e regionali: presentarli potrà costare infatti fino a 1.500 euro. Per i ricorsi avanti le Commissioni tributarie provinciali e regionali, si legge, è dovuto il contributo unificato nei seguenti importi: 30 euro per controversie di valore fino a 2.582,28 euro; 60 euro per controversie da 2.582,28 e fino a 5.000 euro; 120 euro per controversie di valore superiore a 5.000 euro e fino a 25.000 euro; 250 euro per controversie di valore superiore a euro 25.000 e fino a 75.000 euro; 500 euro per controversie di valore superiore a 75.000 euro e fino a 200.000 euro; 1.500 euro per controversie di valore superiore a euro 200.000.