Manovra: Tremonti la rinforza, Draghi teme il rialzo delle tasse

ROMA, 13 LUG – La manovra finanziaria va rafforzata e approvata in tempi rapidissimi: entro venerdì. Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, e il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, fanno fronte comune contro gli attacchi dei mercati sull'Italia. Ma il presidente designato della Banca centrale europea avverte: senza tagli ulteriori alla spesa si rischia di aumentare le imposte, mentre occorre rilanciare la crescita.

A due giorni dal balzo-record dello 'spread' italiano e dal crollo della borsa fra venerdì e lunedì i mercati tornano respirare.

Da Fitch – unica agenzia a non minacciare il rating italiano – arriva un segnale positivo: ''il rating dell'Italia è sostenuto da un'ambiziosa manovra fiscale''.

Ma le massime autorità finanziarie non abbassano la guardia e cercano di rassicurare i mercati sulla tenuta dei conti italiani.

L'occasione è offerta dall'assemblea annuale dell'Abi, dove Draghi e Tremonti intervengono dopo un 'incipit' riservato al presidente dei banchieri, Giuseppe Mussari: ''l'approvazione della manovra correttiva'' deve essere ''più che mai'' rapida.

L'urgenza è ben presente al ministro dell'Economia. ''Il decreto per il pareggio di bilancio sarà rafforzato su tutto il quadriennio'', scandisce Tremonti. ''Sarà approvato entro venerdì. E sarà accompagnato, anche nei suoi sviluppi, da chi si è preso e si prende la responsabilità di averlo presentato''.

Pochi minuti prima era stato Draghi a sollecitare rapidità. Dopo sei mesi ''appena'' positivi, la crescita nel secondo trimestre dovrebbe essere stata nella media europea, dice il governatore.

''La manovra presentata dal governo rappresenta un passo importante''. E quest'anno l'Italia avrà un ''significativo'' surplus prima del pagamento degli interessi sul debito. Tuttavia – è il monito del governatore – i mercati impongono di ''definire in tempi rapidissimi il contenuto delle misure ulteriori volte a conseguire il pareggio di bilancio nel 2014''. E senza frenare la crescita, quindi tagliando le spese e non alzando le tasse.

''Se non si incide su altre voci di spesa – avverte il governatore – il ricorso alla delega fiscale e assistenziale per completare la manovra nel 2013-2014 non potrà evitare un aumento delle imposte''.

Un punto cui Tremonti risponde snocciolando 14 ''azioni'' già decise, dagli sgravi per le imprese giovani al credito d'imposta sulla ricerca. ''Si deve fare di più'', ragiona il ministro. Le azioni ''da oggi saranno sedici'' con l'improvvisa svolta sulle privatizzazioni e le liberalizzazioni.

Anche la politica fa capolino nel discorso di Tremonti. Con la citazione di Tito Livio ''Hic manebimus optime'' in risposta alle voci che lo danno dimissionario. E la postilla ''ancora più ottimo è parlare a mercati chiusi''. La soluzione alla crisi europea (gli eurobond, in definitiva) deve essere ''politica'', non ''tecnica'', avverte il ministro dopo aver ricordato che, a livello europeo, ''niente di quello che doveva essere fatto e' stato fatto. Non le regole'' mentre il Vecchio Continente deve trovare ''la forza per avanzare'' pena il declino.

Il 'tecnico' Draghi come presidente del Financial Stability Board, Draghi ha il difficile incarico di riscriverle, le regole mondiali della finanza (anche se poi devono essere fatte proprie dai governi). Ma oggi lo sguardo del governatore è sull'Europa, e sull'Italia. E anche qui fa capolino la politica. ''Dobbiamo trovare un intento comune, al di là degli interessi particolari e di fazione'', dice Draghi in uno dei suoi ultimi discorsi pubblici da governatore. ''Dobbiamo riscoprire un agire per il bene di tutti''.

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