Manovra, ecco i tagli punto per punto

Giulio Tremonti e Silvio Berlusconi

A quanto pare il sacrificio maggiore di questa manovra da 24 miliardi lo pagheranno i dipendenti pubblici. Suona chiaro nelle parole di Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti mentre presentano i tagli: gli statali sono quelli che hanno avuto più aumenti rispetto ai lavoratori privati, hanno un posto sicuro, non conoscono cassintegrazione. Quindi, secondo il governo, è giusto che siano loro a pagare di più.

Dalla presentazione emergono poche sorprese rispetto a quanto anticipato nei giorni scorsi, una manovra già approvata da “Unione europea, Fondo monetario internazionale e agenzie di rating”, dice Tremonti spiegando che i tagli sono stati voluti da Bruxelles per salvare l’euro; una manovra già discussa e approvata da “sindacati e imprese”, spiega Berlusconi specificando che non si sono aumenate le tasse e non verrà toccata la Sanità. Una manovra, spiega il premier ai componenti del Pdl, che potrebbe anche essere “limata” in sede parlamentare, basta “c he ci siano proposte di buon senso e si resti dentro i vincoli della spesa”.

La manovra è composta da 54 articoli divisi su 3 capi. Il testo è diviso in 2 parti: competitività economica e sostenibilità finanziaria. 12 miliardi nel 2011, 24,9 a pieno regime. La previsione è che con questa manovra il rapporto Deficit/Pil passerà dall’attuale 5%, al 2,7% entro il 2012.

Lavoratori pubblici Per loro è previsto il congelamento per 3 anni degli aumenti contrattuali e automatici. Niente rinnovo del contratto, quindi, ma salta anche qualsiasi altro aumento in busta paga. Berlusconi ha specificato che i lavoratori pubblici sono più tutelati dalla crisi rispetto ai privati (non vengono licenziati e per loro non c’è la cassintegrazione) e per questo è giusto chiedere a loro più sacrifici. Berlusconi, a conferma di ciò, ha anche citato alcuni dati: negli ultimi anni i lavoratori pubblici hanno avuto un aumento del 42,5%, i loro colleghi “privati” solo del 24,8%.

Pensioni Nessun taglio, ma “chiediamo solo qualche mese di lavoro in più”. Confermata l’ipotesi di una “finestra unica a scorrimento”. Traduzione: mentre prima erano a dispsizione del lavoratore 4 finestre l’anno per le pensioni di vecchiaia, e 2 per quell di anzianità, ora ce ne sarà una sola. Ma flessibile: ossia ogni lavoratore avrà la sua finestra, quindi andrà in pensione esattamente 12 mesi dopo aver maturato i requisiti nel caso di lavoratori dipendenti (pubblici o privati) e dopo 18 mesi per i lavoratori autonomi.

Sanità Su questo punto il ministro tremonti è stato molto conciso: il comparto non verrà minimamente interessato dai tagli. Quindi sparisce l’ipotesi del ticket sulle visite specialistiche.

Pensioni di invalidità Qui ci sarà una stretta ma solo in termini di controlli. “Ci sono 2,7 milioni di invalidi-hadetto Tremonti- con 16 miliardi di spesa da parte dello Stato per le pensioni. E’ troppo”. Questo sarebbe il risultato della politica della sinistra, e nello specifico “della riforma del titolo V della Costituzione” che ha passato alle Regioni la competenza per decidere chi è invalido e chi no. Ma allo Stato l’onere di pagare materialmente le pensioni. Quindi, d’ora in poi, controlli rigorosi e le Regioni si dovranno accollare una parte di sacrificio, così come Comuni e Province.

Enti locali I tagli previsti di 10 miliardi per le Regioni sono stati notevolemente ridimensionati, e saranno di 4,5 miliardi. Inoltre, spiega Tremonti, i tagli verranno parzialmente compensati dai benefici derivanti dal federalimso demaniale.

Evasione fiscale Aumenta la lotta all’evasione, già migliorata negli ultimi tempi: Tremonti ha parlato di circa 711mila accertamenti nel 2009, fornendo anche alcuni numeri: l’evasione stimata è un mancato introito per lo Stato di 120 miliardi di euro: il 22,2% del Pil. La tracciabilità sui contanti passerà da 12.500 euro a 5000 euro, come già annunciato. Berlusconi ha sottolineato che la media europea è di 7500 euro.

Mini condono. Entro il 31 dicembre 2010 i titolari dei fabbricati non censiti hanno l’obbligo di denunciare l’immobile e farlo accatastare.

Tagli alla politica e agli enti pubblici Il numero guida, in questo campo, è del 10%. Un taglio di questa cifra nella busta paga di ministri e sottosegretari, per i parlamentari decideranno Camera e Senato. In tutto verranno tagliati 27 enti inutili che ricevono fondi dallo Stato.

Zero Irap Il ministro Tremonti ha annunciato un piano di fiscalità di vantaggio per il Mezzogiorno, che però poi si estenderà anche al Nord: l’azzeramento dell’Irap per le nuove imprese. Il ministro ha poi annunciato che, con il ministro del Welfare Sacconi, ha già stilato una bozza per il contratto di produttività: “un contratto collettivo che collega aumenti ai salari all’incremento della produttività. E’ interesse del governo dare un premio a questo meccanismo: questo contratto sarà importante proprio per la produttività e l’efficienza delle imprese”. E ancora: le reti di imprese. Per Tremonti si tratta di liberi contratti tra liberi imprenditori che decidono di mettersi insieme, conservando l’individualità di imprenditori, ma acquiastando risparmi per in contributi, compensare l’Iva attiva e passiva, e una maggiore bancabilità: “un conto è andare in banca da soli, un conto è andare come rete”. Ulteriore novità, le zone a burocrazia zero: a partire dalle regioni del Sud si sperimenterà questo sistema in cui ci sarà un responsabile di governo per la burocrazia, magari il prefetto. “Con uno sportello unico che dà tutte le licenze che servono in tempo reale”.

Abolizione 10 mini province? E’ giallo sull’annunciata abolizione delle 10 mini province con meno di 220 mila abitanti. Sia Tremonti che Berlusconi hanno smentito in serata che la manovra preveda l’abolizione delle province. Sul sito del ministero dell’Economia, afferma l’Ansa, si può però leggere che nella manovra “sono abolite 10 piccole Province, con meno di 220.000 abitanti, non ricadenti in regioni a statuto speciale”. Poi l’elenco: nel Piemonte ci sono Biella e Vercelli; in Toscana, Massa Carrara; nelle Marche, Ascoli Piceno e Fermo; nel Lazio, Rieti; nel Molise, Isernia; nella Basilicata, Matera; in Calabria, Crotone e Vibo Valentia. Ad ogni modo per rendere operativa l’abolizione delle 10 mini province non basta il decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri, che riporta i requisiti per individuare le provincie che rientrano nella norma, ma servirà anche un ulteriore provvedimento: un decreto ministeriale attuativo.

Stop alle tasse per i lavoratori autonomi dell’Aquila. Sospeso fino al 31 dicembre il pagamento di contributi e tributi per i lavoratori autonomi dell’Aquila. Per tutti è sospeso il recupero dei tributi e dei contributi sospesi che avverrà, a partire dal 2011, in 60 rate senza interessi.

Rimborsi Onu. Saranno utilizzati per finanziare la partecipazione dell’Italia alle missioni di pace.

Censimento. Arriva il 15/mo su popolazioni e abitazioni.

Stock option e bonus. E’ introdotta un’ulteriore stretta su quelli percepiti da dipendenti e collaboratori del settore finanziario.

Conguaglio canone Rai. Viene introdotta a favore dei pensionati con redditi non superiori ai 18mila euro la possibilità di rateizzare l’imposta dovuta a conguaglio e il pagamento del canone Rai in 11 rate senza interessi.

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