Mario Draghi: “Euro a ogni costo”. E lo spread scende

Mario Draghi

ROMA – “Siamo pronti a tutto per salvare l’euro”: appena Mario Draghi ha finito di scandire questo messaggio da Londra, lo spread da mostro indomabile si trasforma in cagnolino obbediente. Nel giro di pochi minuti scende da 520 punti a 495. Quello spagnolo torna sotto quota 600 (a 585). L’euro si rafforza a 1,22 dollari E’ una notizia importante, un grosso sospiro di sollievo attraversa cancellerie e e gabinetti di governo di mezza Europa, ma è certamente presto per cantare vittoria. Tuttavia, la determinazione con la quale il governatore della Banca centrale europea ha affrontato la platea della Global Investment Conference della Londra in tiro per l’inaugurazione delle Olimpiadi, ha scosso anche i mercati. Il messaggio agli investitori è chiarissimo: inutile che scommettete contro l’euro e attacchiate i suoi membri più fragili, la moneta unica è una scelta irreversibile. Non è nemmeno concepibile che un membro esca dal club.

E’ la giornata della rabbia e dell’orgoglio, di un inedito Draghi che se non sbatte una scarpa sul tavolo come Cruscev, poco ci manca. Ribadito che “l’euro è irreversibile e la BCE è pronta a fare tutto il necessario per salvare la moneta unica”, ha vantato i progressi straordinari raggiunti nell’area ero negli ultimi sei mesi. Un’occasione buona anche per restituire qualche calcione ai tanti, troppi critici della governance europea. Per esempio gli Stati Uniti cui è indirizzata la prima frecciata: i nostri livelli aggregati di deficit e di debito pubblico “sono molto più bassi di quelli statunitensi” e la coesione sociale all’interno dell’area dell’euro “è più forte che in qualsiasi altra parte del mondo”. Così come è molto più risoluta l’azione intrapresa per contenere l’inflazione, non come Usa e Giappone. Un merito, quest’ultimo che va tutto all’amministrazione sua e del suo mpredecessore alla Bce, che è responsabile della tenuta del costo del denaro.

I firewall (lo scudo antispeculazione) ”sono pronti a funzionare meglio che in passato”. Nota dolente, la necessità di ”uscirne dalla frammentazione finanziaria, come dire ci vuole più Europa, affinché gli euroscettici ascoltino e i leader europei si mettano al lavoro. Passi avanti, perché siamo indietro, vanno fatti anche per stabilizzare e rendere più efficiente “il mercato interbancario che non sta funzionando al meglio”.

 

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