ROMA – ”La ripresa sta facendo graduali passi avanti, anche se lentamente ed in modo disomogeneo”. Il presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, in un discorso a Francoforte sulla ‘Stabilità finanziaria e il ruolo della Banche centrali’ illustra alla platea e al mondo le sfide che attendono quest’anno l’Eurotower per rilanciare in modo sostenibile la crescita nell’eurozona.
”Assicurare la stabilità dei prezzi di fronte ad un periodo prolungato di bassa inflazione, creare il meccanismo unico di supervisione (Ssm) e far ripartire il credito bancario, istituire un quadro di regole per rafforzare la capacità di resilienza davanti a future turbolenze finanziarie”, queste le priorità per Draghi,che davanti alla timida e disomogenea ripresa invita i Paesi dell’area euro a ”proseguire con le riforme per arrivare ad una crescita sostenibile”. Infatti, sottolinea l’ex governatore di Bankitalia, ”noi faremo il nostro lavoro, ma non aspettatevi (rivolto ai governi) che facciamo il lavoro degli altri”.
Draghi ribadisce che ”con un tasso medio d’inflazione allo 0,8%”, l’eurozona ”non è in deflazione”, sta attraversando ”un periodo prolungato di bassa inflazione” ma avverte che una inflazione bassa per troppo tempo ”è un rischio” perché ”implica che ci sia solo un piccolo margine di sicurezza lontano da zero e rende più difficili gli sforzi per aggiustamenti strutturali’.
Dunque Francoforte ”resta in guardia ed è pronta ad agire”, assicura il presidente, sottolineando poi i grandi progressi fatti sull’unione monetaria. ”L’architettura dell’Unione monetaria ed economica è stata rafforzata in un modo tale che molti l’avrebbero considerato inconcepibile due anni fa”. E ”l’unione bancaria rappresenta un passo avanti ambizioso e concreto”, afferma.
I progressi compiuti nell’eurozona vengono sottolineati anche dal Fondo Monetario Internazionale che parla di ”una ripresa reale” ma avverte che resta ”debole” e quindi ”servono ulteriori azioni per rafforzare la crescita e la creazione di posti di lavoro”. Ed oggi il nodo dell’occupazione è stato affrontato anche dal neopresidente della Federal Reserve, Janet Yellen, in un’audizione al Senato.
Oltreoceano ”la ripresa del mercato del lavoro è lungi dall’essere completata”, ha detto, spiegando che i tassi di interesse negli Stati Uniti resteranno bassi fino a quando il tasso di disoccupazione non scenderà ben al di sotto del 6,5%. Ha ammonito, infine, che occorreranno ”alcuni anni” affinché l’economia americana torni alla normalità..