BRUXELLES – Mario Draghi è l’ammazza spread: il presidente della Bce ha un nuovo super potere che pensa a risolvere tutti i nostri problemi e dice: “L’euro lo salva la Bce”. E appena ha preso la parola Draghi, lo spread che da giorni ci fa vivere un calvario, si è miracolosamente abbassato. Draghi ha detto: “Siamo pronti a tutto per l’euro” e lo spread dai 518 punti della chiusura di ieri è piombato a 473 punti base con il rendimento del Btp decennale al 6,1%. Così le Borse, che sono schizzate, con Milano e Madrid superstar con rialzi superiori al 5%.
“Siamo pronti a tutto per salvare l’euro”: appena Mario Draghi ha finito di scandire questo messaggio da Londra, lo spread da mostro indomabile si trasforma in cagnolino obbediente. Nel giro di pochi minuti scende da 520 punti a 495. Quello spagnolo torna sotto quota 600 (a 585). L’euro si rafforza a 1,22 dollari E’ una notizia importante, un grosso sospiro di sollievo attraversa cancellerie e e gabinetti di governo di mezza Europa. Il messaggio di Draghi agli investitori è chiarissimo: inutile che scommettete contro l’euro e attacchiate i suoi membri più fragili, la moneta unica è una scelta irreversibile. Non è nemmeno concepibile che un membro esca dal club.
E’ la giornata della rabbia e dell’orgoglio, di un inedito Draghi che se non sbatte una scarpa sul tavolo come Cruscev, poco ci manca. Ribadito che “l’euro è irreversibile e la Bce è pronta a fare tutto il necessario per salvare la moneta unica”, ha vantato i progressi straordinari raggiunti nell’area ero negli ultimi sei mesi. Un’occasione buona anche per restituire qualche calcione ai tanti, troppi critici della governance europea. Per esempio gli Stati Uniti cui è indirizzata la prima frecciata: i nostri livelli aggregati di deficit e di debito pubblico “sono molto più bassi di quelli statunitensi” e la coesione sociale all’interno dell’area dell’euro “è più forte che in qualsiasi altra parte del mondo”. Così come è molto più risoluta l’azione intrapresa per contenere l’inflazione, non come Usa e Giappone. Un merito, quest’ultimo che va tutto all’amministrazione sua e del suo mpredecessore alla Bce, che è responsabile della tenuta del costo del denaro.
A ribadire che l’euro è irreversibile è anche il presidente della Commissione Ue Josè Manuel Barroso che dopo l’incontro ad Atene con il premier greco Antonis Samaras rassicura i mercati dicendo: “La Grecia è parte della famiglia europea e dell’eurozona, e così resterà” e le istituzioni europee ”faranno tutto il necessario per assicurare la stabilità dell’Eurozona”.
Anche il numero uno del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde attacca gli Stati Uniti dicendo: “Il primo rischio nei confronti dell’economia mondiale è la doppietta “deficit-debito” degli Usa. In Usa – ha proseguito Lagarde – non ci sono però 17 governi e 17 corti supreme, quindi dovrebbe essere più facile gestire questo problema”.