Mario Monti a Berlusconi, l'euro non è in crisi

ROMA, 30 OTT – ''L'euro non è in crisi'', ''è stabile in termini di beni e servizi'' e ''in termini di cambio con il dollaro''. ''Se l'Italia non fosse nella zona euro, emettere titoli italiani in lire sarebbe un'impresa ancora più ardua''. Sono parole di Mario Monti, ex commissario Ue, contenute in una ''lettera al premier'' affidata alle colonne del Corriere della Sera in cui osserva che ''anche le parole non sorvegliate hanno un costo'', perché ad esempio affermazioni come le ultime di Berlusconi sull'euro ''in Europa e nei mercati accrescono i dubbi sulla convinzione e la determinazione del governo italiano''.

Nel suo intervento, pubblicato dalla prima pagina del quotidiano di via Solferino, l'economista si rivolge direttamente al presidente del Consiglio per ''richiamare la sua attenzione'' sulle sue ultime dichiarazioni sull'euro, individuando ''affermazioni fondate e altre infondate'', che ''fanno sorgere, accanto ad una remota speranza'' anche ''serie preoccupazioni''. ''Se la Sua diagnosi coglie bene una gracilità di fondo dell'adolescente euro – spiega Monti -, mi sembra però che Lei la applichi a malanni che, in questo momento, il nostro adolescente non ha. Lei rappresenta un euro in crisi, a seguito di attacchi speculativi''.

Ebbene, per l'ex commissario europeo l'euro non è affatto in crisi, mentre ''gli attacchi speculativi'' che pure ''ci sono, spesso violenti'', ''non sono attacchi contro l'euro''. ''Gli attacchi si dirigono contro i titoli di Stato di quei Paesi appartenenti alla zona euro che sono gravati da alto debito pubblico e che hanno seri problemi per quanto riguarda il controllo del disavanzo pubblico o l'incapacità di crescere''. E questo, aggiunge, è ''il caso dell'Italia, dopo che in prima linea si erano trovati la Grecia e altri Paesi''. Vero anche che l'Italia sta facendo ''pesanti sacrifici'', ma ''per rimettersi in carreggiata e ridare un minimo di speranza ai nostri giovani''. ''Confido, signor presidente – conclude Monti -, che prevalga in Lei l'ambizione di riportare l'Italia nel ruolo che le appartiene in Europa, accelerando in silenzio il risanamento, rispetto a quella di un successo elettorale a tutti i costi per la Sua parte politica, ma in un Paese sempre più populista, distaccato dall'Europa e magari visto come responsabile di un fallimento dell'integrazione europea''.

Gestione cookie