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Maternità facoltativa per i precari. La legge c’è, ma l’Inps di Prato non la applica

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Maternità facoltativa anche per i precari. La legge c’è, ma l’Inps di Prato non la applica (foto Ansa)

PRATO – Anche i lavoratori con partita Iva e iscritti alla gestione separata dell’Inps hanno diritto alla maternità facoltativa fino a sei mesi.

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La legge è del maggio 2017 e vale anche per i liberi professionisti e collaboratori assunti con co.co.co. Accade però che l’Inps non abbia ancora recepito questa circolare introdotta con l’ultimo Jobs act. La conseguenz è che, a causa di questo paradosso, un diritto viene negato. Martina Tricoli fa la biologa di professione a Prato in Toscana. La donna, dopo aver partorito la sua seconda bambina ha inviato all’istituto di previdenza la richiesta di congedo parentale facoltativo. Ha chiesto di poter restare a casa con la sua piccola per cinque mesi.

La legge ne prevede sei facoltativi (oltre ai cinque obbligatori) entro i tre anni di età del bambino, sia per gli uomini che per le donne. “Sono rientrata a lavoro a febbraio dopo cinque mesi di maternità facoltativa, ma l’Inps non me li ha riconosciuti nonostante ne avessi diritto”, dice Tricoli. La vicenda la racconta La Nazione:

“È stata una doccia fredda per la neo mamma quando è arrivata la lettera dell’Inps che le negava la possibilità di estendere il congedo parentale oltre tre mesi. Tramite la Cgil di Prato è partito il ricorso basato sulla legge numero 81 approvata a maggio del 2017, che prevede appunto la possibilità di estendere la maternità facoltativa fino a sei mesi. Ma se possibile la seconda risposta dell’istituto di previdenza è stata ancora più sorprendente della prima”.

“In sintesi l’Inps ha ammesso di non avere il sistema aggiornato e quindi di procedere con l’inserimento della domanda manualmente. Di fatto la pratica è congelata in attesa di un adeguamento del sistema con il risultato che il congedo parentale facoltativo atteso dalla biologa non è stato ancora pagato. «Colpa del sistema non aggiornato o del fatto che la legge non è stata recepita, fatto sta che a rimetterci sono i lavoratori», chiosa Giovanni Santi segretario provinciale della Nidil Cgil di Prato. «Il diritto che viene negato non è rimandabile nel tempo: se un lavoratore lo chiede è perché c’è un bisogno contingente, non si può attendere l’emanazione di una circolare per poterne beneficiare», aggiunge. Un beneficio che, solo a Prato, riguarda migliaia di lavoratori e che non è affatto conosciuto. Per questo la Cgil lancia un appello a tutte le lavoratici, ma anche ai lavoratori che hanno il diritto di ottenere il congedo parentale «a presentare la pratica in modo da fare pressione sull’Inps e sveltire i tempi. La Cgil è pronta ad offrire tutto il supporto necessario per vedere l’applicazione di un diritto fondamentale», chiude Santi”.

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