ROMA – Maurizio Landini perde anche a Melfi dopo Pomigliano: sciopero Fiom, aderisce 2,8%. All’ultimo sciopero indetto dalla Fiom a Melfi contro i sabati e le domeniche di straordinario negli stabilimenti Fiat-Chrysler ha aderito solo il 2,8% di operai e impiegati. Una riedizione del flop del 14 febbraio quando per lo stesso sciopero a Pomigliano giusto 5 operai hanno partecipato.
Flop che ha convinto il nuovo segretario generale della Cisl (Fim ha vinto le elezioni per il rinnovo delle Rsa con il 32,8%), Annamaria Furlan, ad attaccare il leader Fiom: “A Landini lasciamo la politica e i salotti televisivi. La Cisl vince nei luoghi di lavoro, noi siamo un sindacato al cento per cento, che non molla il tavolo delle trattative”.
Maurizio Landini, il leader della Fiom, deve incassare un’altra sconfitta, messa in conto alla vigilia, ma che non lo ha fatto desistere dalla volontà di rimettere Melfi e Pomigliano al centro del dibattito (“a Pomigliano ci sono ancora 1.500 addetti in solidarietà e 300 in cassa integrazione da cinque anni. E nessuno ne parla”). Cioè, prima di utilizzare gli stessi effettivi con una turnazione straordinaria visto il picco di produttività della nuova Panda, perché non coinvolgere i tanti lavoratori a spasso?
Fatto sta che il fallimento plateale dell’agitazione espone Maurizio Landini a nuove critiche e contestazioni. Prima di Furlan ci si era messo lo stesso presidente del Consiglio Matteo Renzi che, nel commentare un suo impiego come politico a tempo pieno, definiva la scelta “scontata”: “Non credo che Landini abbandoni il sindacato, è il sindacato che ha abbandonato Landini”.
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