Ancora rincari: gli italiani si preparano alla mazzata autunnale; almeno 45 euro in più di spesa media stagionale per tutti.
Alcuni particolari aumenti hanno già allertato l’Antitrust, che nei giorni scorsi ha voluto aprire un’indagine sui rincari imposti da un settore cruciale per le spese stagionali. La situazione appare delicata, poiché le maggiorazioni previste, oltre a essere un po’ troppo consistenti e dunque poco sostenibili per le famiglie, rivelano dinamiche apparentemente ingiustificabili…
Malgrado l’indagine in atto, per gli italiani, almeno nell’immediato, cambierà poco: l’amaro esborso è ormai inevitabile. Se l’Antitrust ha tuttavia stimato necessario avviare un accertamento ufficiale sulla questione, significa che nel lievito che ha causato la crescita dei prezzi potrebbe celarsi più di qualche ingrediente sospetto.
L’analisi dell’autorità garante della concorrenza e del mercato insiste sul mondo dell’editoria scolastica, un settore che vale circa un miliardo di euro l’anno e le cui dinamiche concorrenziali e distributive hanno già dato origine a evidenti criticità legate alla maggiorazioni dei prezzi. Gli italiani stanno affrontando dei forti rincari per l’acquisto dei libri di testo, e bisogna innanzitutto capire quanto questi nuovi prezzi siano motivati e dunque legittimi.
Tutte le pubblicazioni di nuove edizioni dei tomi in uso nelle scuole erano davvero così necessarie dal punto di vista didattico? Il mercato, dominato da pochi grandi gruppi editoriali come Mondadori, Zanichelli, Sanoma e La Scuola, è animato da una reale e limpida concorrenza?
Gli aumenti previsti per la scuola sono solo parte del problema. Purtroppo, con l’arrivo dell’autunno, gli italiani dovranno affrontare tante altre spese gravose oltre a quelle per l’acquisto dei libri. Federconsumatori ha già previsto una vera e propria mazzata autunnale. Spese In crescita per la scuola (i prezzi dei libri sono cresciuti del 5%), rincari sulle bollette e sull’RC auto, aumenti sulle prestazioni medico-sanitarie, sui prezzi alimentari e sulla tassa sui rifiuti.
L’esborso medio per il periodo che va da settembre a novembre si avvicina ai 3.000 euro. Per la precisione, si parla di 2.970 euro. Un dato che evidenzia un aumento di oltre 45 euro rispetto alla spesa affrontata lo scorso anno.
Gli italiani, nonostante il calo dell’inflazione e la diminuzione dei costi energetici, spenderanno dunque molto di più del previsto. Più di 1.000 euro saranno destinati alla scuola, per coprire il costo di libri, dizionari e parte del corredo scolastico. Le spese previste per esami e visite mediche si aggireranno attorno ai 280 euro. Per le bollette di acqua, luce, gas e telefonia, l’esborso previsto medio è di circa 1.090 euro.
A tutte queste voci si aggiungono altre spese certe e in netto aumento: circa 180 euro per la seconda rata della TARI e 390 euro per la prima rata del riscaldamento. Per Federconsumatori, uno degli aumenti più preoccupanti riguarda quello dei costi medici. Si stima infatti che a causa dei rincari quasi il 30% degli italiani rinuncerà alle cure. Lo si evince da un report di Deloitte: poco meno di un terzo degli intervistati ha confessato di aver cancellato nell’ultimo anno delle visite mediche proprio per non spendere troppo.
Preoccupano anche gli aumenti sulla spesa alimentare. In autunno, la spesa media per il sostentamento sarà di 1.600 euro circa. Molti dei prodotti più acquistati dalle famiglie italiane hanno già subito negli ultimi anni forti incrementi, e preoccupa il fatto che queste maggiorazioni siano solo in minima parte giustificati dagli andamenti dei costi della materia prima, degli imballaggi e delle lavorazioni.
L’unica voce in calo è quella della spesa per i carburanti (530 euro circa). Per tutti i consumatori, tali costi in aumento risulteranno antipatici. Ma per molte famiglie risulteranno addirittura insostenibili. E non è escluso che tutto ciò possa avere un effetto diretto sulla domanda interna e, quindi, sull’intero sistema produttivo.
Da cosa dipendono davvero i rincari? È complicato individuare la causa efficiente dei vari aumenti in atto. Che qualcuno ci marci, non c’è dubbio. Allo stesso modo, è sicuro che il Paese paghi il mancato intervento della politica. Il Governo avrebbe potuto per esempio tagliare l’IVA sui beni di prima necessità, e non lo ha fatto…