Mediobanca, Botin in uscita da patto. Verso un utile da 500 milioni

MILANO – Si va verso un patto più leggero in Mediobanca, con un fronte estero assottigliato. I Botin del Santander, azionisti esteri alleati di Vincent Bolloré, ''hanno manifestato poco interesse a rimanere'', mentre cautela viene espressa in serata circa l'ipotesi di un'uscita anche di Groupama. Viene invece dato per certo il disimpegno, tra i soci bancari, di Sal Oppenheim.

Sono alcuni degli elementi emersi da una lunga giornata di riunioni in Mediobanca, cominciata in mattinata con il comitato remunerazioni e l'esecutivo, e proseguita nel pomeriggio col Cda. Sul tavolo soprattutto il bilancio preconsuntivo: nell'esercizio 2010-2011, che chiude a fine mese, si profila – si è appreso – un utile netto intorno ai 500 milioni di euro, contro un consensus di 570 milioni e un risultato netto di 401 milioni dell'anno precedente. Nel Cda, comunque, non sarebbero già state fornite indicazioni esplicite sull'utile di esercizio.

Nel via vai in Piazzetta Cuccia, teatro anche della protesta degli operai della Lucchini Severstal di Piombino, è stato notato tra gli altri Antoine Bernheim, assente di persona dagli appuntamenti societari di Mediobanca dai tempi della mancata conferma, l'anno scorso, al vertice delle Generali. Presente anche l'ex amico Vincent Bolloré che presto, alla scadenza a fine 2011 degli accordi parasociali che vincolano il 44,3% del capitale dell'istituto milanese, potrebbe ritrovarsi un po' più solo.

Secondo fonti qualificate, in attesa che entrino nel vivo le trattative per il rinnovo degli accordi, ''hanno manifestato poco interesse a rimanere'' Groupama (3,09%) – ma l'ipotesi non viene confermata a fine giornata e l'idea è che alla fine il gruppo francese resti – e Santusa Holding della famiglia Botin, azionista di riferimento del Santander (1,84%).

Dopo le dimissioni presentate da Ana Botin dal board delle Generali, alla vigilia del ribaltone che ha portato all'allontanamento dal Leone di Cesare Geronzi, si profila così un addio degli spagnoli al 'salotto buono'.

Viene confermata intanto l'idea che Sal Oppenheim (1,7%) esca dal patto. Allo stesso modo Commerzbank (1,7%), che come Sal fa parte del gruppo A dei soci bancari, non di quello C degli azionisti esteri, ''non pare contentissima'' di confermare la propria presenza, anche se la convinzione diffusa è che finira' per rimanere.

Tra gli azionisti industriali del cosiddetto gruppo B il proprietario della Tod's Diego Della Valle potrebbe esprimere la volontà di esercitare l'opzione a salire dallo 0,48% al 2%, anche se ''non sembra che ci sia spazio'', hanno indicato le stesse fonti. L'imprenditore marchigiano non avrebbe comunque già manifestato volontà in tal senso e quando la partita per il rinnovo del patto entrera' nel vivo il quadro si fara' piu' chiaro. Il tema verra' affrontato il 22 di luglio dal direttivo e dall'assemblea del patto stesso.

Riguardo alle decisioni del Cda di oggi c'è da segnalare, da ultimo, l'adeguamento dei piani di performance shares e di stock option alle attuali politiche di remunerazione e alle ultime disposizioni di Bankitalia.

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