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Mediobanca come un match di boxe, Nagel batte eredi Del Vecchio 6-0, le cronache di Financial Times e Giornale

Mediobanca come un match di boxe, Nagel batte eredi Del Vecchio 6-0.

Nella cronaca di Silvia Sciorilli Borrelli per il Financial Times, che non riesce a non essere emozionante come una cronaca sportiva, “gli azionisti di Mediobanca hanno appoggiato la lista di amministratori proposta dal consiglio uscente dell’istituto di credito milanese, segnando una vittoria per il management nella sua lotta di potere con i principali azionisti”.

Così l’amministratore delegato Alberto Nagel e il presidente Renato Pagliaro hanno ricevuto un nuovo mandato triennale alla guida della banca che fu di Enrico Cuccia.

Il voto di sabato, ricorda il FT, ha contrapposto i candidati guidati da Nagel e Pagliaro a una lista di minoranza di cinque amministratori proposta dal maggiore azionista della banca, la Delfin, holding della famiglia miliardaria Del Vecchio.

I candidati approvati dal consiglio sono stati sostenuti da azionisti che rappresentavano il 40,4% del capitale azionario, assegnando loro 12 seggi nel consiglio.

La società dei Del Vecchio aveva cercato di assicurarsi almeno un terzo dei seggi nel consiglio di amministrazione composto da 15 persone, come parte di una spinta per scuotere la gestione della banca.

La lista di Delfin era sostenuta da azionisti che rappresentavano il 32% del capitale sociale. Delfin detiene quasi il 20% delle azioni di Mediobanca, mentre il magnate dell’edilizia Francesco Gaetano Caltagirone, che ha sostenuto la lista, detiene circa il 10%.

La lista di minoranza alla fine si è assicurata solo due seggi.

“Questo risultato supera di gran lunga le nostre aspettative più ottimistiche”, ha affermato Nagel, “il che significa che c’è stato un apprezzamento generale sia della nostra governance che delle nostre proposte commerciali”.

Mediobanca questa settimana ha svelato profitti trimestrali record.

L’utile netto per i tre mesi terminati alla fine di settembre è stato di 351 milioni di euro, sostenuto dalle performance delle unità di gestione patrimoniale e assicurative. Si tratta di un aumento del 34% rispetto all’anno precedente.

Analisti e addetti ai lavori hanno suggerito che le macchinazioni ai vertici della prestigiosa banca italiana potrebbero essere collegate a una battaglia simile per il controllo di Generali, che ha contrapposto Caltagirone e Delfin a Mediobanca lo scorso anno.

Un consiglio di amministrazione frammentato di Mediobanca avrebbe aiutato Caltagirone, che dovrebbe effettuare un secondo tentativo di revisione del management di Generali nel 2025. Mediobanca è il maggiore azionista di Generali.

Meno favorevole alla equipe Nagel-Pagliaro è il raccondo di Osvaldo De Paolini per il Giornale,

“Se il buongiorno si vede dal mattino, quanto accaduto sabato sera in Piazzetta Cuccia è l’esatta misura della considerazione che i vertici rinnovati di Mediobanca hanno degli unici due consiglieri realmente indipendenti, Sandro Panizza e Sabrina Pucci, entrati nel cda in rappresentanza del 32% del capitale dell’istituto”.

 

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