Mediobanca, Nagel passa il test del Cda: Geronzi polemico

MILANO – Alberto Nagel passa la prova del Cda Mediobanca con l’attesa informativa sui fogli segreti firmati con Salvatore Ligresti. Il clima è però da ‘bilanci’ di lungo periodo e dopo lo strappo su Generali si rifà vivo per l’occasione l’ex presidente di Piazzetta Cuccia Cesare Geronzi accusando Nagel di averlo tirato in ballo nell’interrogatorio con il pm di Milano Luigi Orsi puntando ”a trovare una giustificazione al suo operato”. Comunque, il ‘test’ del Cda per Nagel si rivela più rapido del previsto: solo un’ora per parlare degli ultimi sviluppi sul riassetto Fonsai e delle indagini giudiziarie emerse in agosto che coinvolgono anche Nagel.

Al termine, Mediobanca fa sapere in una nota che il consiglio ha svolto l’autovalutazione degli organi aziendali esprimendo poi ”soddisfazione per lo stato di avanzamento del progetto di integrazione Unipol/Fonsai e della connessa ricapitalizzazione”. Tutte le attese erano però su quanto avrebbe detto Nagel al Cda circa i fogli siglati con Ligresti con la buonuscita chiesta dalla famiglia del costruttore di Paternò e finiti al vaglio del pm. Il cda, ha quindi spiegato la banca, ha ”preso atto dell’informativa dell’amministratore delegato in ordine alla vicenda di cui all’inchiesta presso la Procura di Milano”.

Il consiglio, poi, ”unanime, sulla base delle informazioni a sua disposizione, attende con piena fiducia l’esito delle indagini”. Un consigliere al termine della riunione ha anche chiarito che ”su Nagel nessun consigliere ha sollevato critiche” con un ”pieno consenso” su Fonsai visto anche che ha ”risolto una posizione creditizia delicata della banca”. Anche al Cda il manager avrebbe chiarito di aver firmato le richieste di Ligresti ”per presa visione”. Un altro partecipante al board ha anche lasciato la riunione sottolineando che ”Nagel ha agito nell’interesse della banca”.

Riaffiora intanto il tema di un possibile ripensamento della banca con le sue partecipazioni strategiche (Generali, Telco-Telecom e Rcs) visto che da un consigliere è comunque trapelata l’attesa che ”il grande tema dei prossimi mesi sarà il riassetto della banca. Bisognerà capire – ha detto – dove andrà Mediobanca, che è importante a livello nazionale, ma rispetto ai big internazionali non ha le stesse vie di accesso al funding” e sarà quindi da valutare il destino delle sue quote azionarie. Il componente del board ha chiarito comunque che il tema del riassetto non è stato oggetto del board oggi. Sul nodo del riassetto e in particolare sulle voci di un presunto piano di scorporo delle partecipazioni è però intervenuto Tarak Ben Ammar, consigliere indipendente Mediobanca in quota francese: ”Non abbiamo mai discusso di uno split – ha detto -. Non è all’ordine del giorno. Il riassetto non è in discussione”.

Lo spin-off ”non è mai stato discusso, richiesto o voluto dal Cda”, ha detto anche il finanziere franco-tunisino per aggiungere: ”Il management di Mediobanca è autonomo e nessun azionista ha mai chiesto o sollecitato il management sui crediti”. Quanto a Geronzi, secondo le indiscrezioni su quanto dichiarato dall’A.d di Mediobanca agli inquirenti circa i rapporti tra Piazzetta Cuccia e la famiglia Ligresti, era emerso come Nagel abbia segnalato che dall’addio alla banca di Vincenzo Maranghi nel 2003 la famiglia Ligresti ritenne che la gestione del rapporto con la banca potesse essere condotta trattando ”solo con i soci di peso, Profumo, Geronzi e Bollorè”.

”E’ fin troppo evidente – è stata la reazione del banchiere romano – che le dichiarazioni del dott. Nagel, riguardanti la mia persona, tendono, più che a descrivere la realtà dei fatti, a trovare una giustificazione al suo operato. Insomma, una scoperta ricerca di diversivi. Per quanto riguarda il mio ruolo, che peraltro nulla ha a che vedere con la vicenda in cui il dott. Nagel è coinvolto, voglio ribadire che non ho mai interferito nella operatività dei manager che hanno curato la posizione della famiglia Ligresti”.

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