
Migliora il rating del debito italiano: meno interessi, Giorgetti esulta, Meloni gode e si prepara per Trump - Blitz quotidiano.it (foto ANSA)
Migliora il rating del debito italiano secondo Standard&Poor’s: dovrebbe significare interessi meno elevati sulla massa di puffi accumulata dall’Italia nei decenni passati per ridistribuire reddito che non c’era.
Esulta il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti: “Viene premiata la serietà dell’approccio del Governo italiano. Prudenza e responsabilità continueranno a essere la nostra linea di azione”.
L’agenzia di rating S&P Global ha alzato il rating dell’Italia venerdì, in una mossa a sorpresa, pochi giorni dopo che Roma aveva dimezzato le sue previsioni di crescita economica a causa delle turbolenze dei mercati globali e annunciato un aumento dell’enorme debito pubblico quest’anno e il prossimo.
“S&P alza il rating dell’Italia, un inaspettato sostegno per il Primo Ministro Meloni”, titola Reuters un articolo di Gavin Jones che riporta la notizia.
Il rating migliora a sorpresa

Lo stupore è meno intenso, elaborano Morya Longo e Gianni Trovati sul Sole 24 Ore, se si guarda ai fondamentali del bilancio pubblico italiano maturati fin qui. Perché con i risultati realizzati a fine 2024, che hanno superato le attese di cinque decimali di Pil nel debito (135,3% del Pil invece di 135,8%) e di quattro nel deficit (3,4I fondamentali% anziché 3,8%) ha costruito un cuscinetto in grado di resistere almeno ai primi colpi sferrati dal neoprotezionismo Usa.
S&P Global, scrive ancora Gavin Jones, ha alzato il rating del debito sovrano dell’Italia da BBB a BBB+, citando il deficit di bilancio in calo, la resilienza delle esportazioni e l’elevato tasso di risparmio interno, nonché la fiducia che la Banca Centrale Europea manterrà sotto controllo le pressioni inflazionistiche.
Outlook stabile
Ha affermato che il nuovo rating prevede un outlook stabile.
“Il miglioramento riflette il miglioramento delle riserve economiche, esterne e monetarie dell’Italia, in un contesto di crescenti venti contrari a livello globale, e i graduali progressi compiuti nella stabilizzazione delle finanze pubbliche dall’inizio della pandemia (di COVID-19)”, ha dichiarato S&P Global.
Gavin Jones ricorda che già Fitch ha confermato il rating BBB con outlook positivo, mentre Moody’s ha assegnato all’Italia un rating Baa3 con outlook stabile.
L’upgrade di S&P, osserva, rappresenta un incoraggiamento per il Primo Ministro italiano Giorgia Meloni in vista dell’incontro con il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump a Washington giovedì, che dovrebbe concentrarsi sui dazi commerciali statunitensi, che hanno colpito i mercati finanziari di tutto il mondo e offuscato le prospettive economiche.
S&P Global ha osservato che la posizione creditoria netta dell’Italia nei confronti dell’estero si è rafforzata negli ultimi cinque anni, attestandosi a circa il 15% del prodotto interno lordo, rispetto a un saldo prossimo al pareggio appena prima della pandemia.
L’agenzia non aveva modificato il rating o l’outlook dell’Italia da luglio 2022, quando aveva rivisto l’outlook da positivo a stabile in seguito al crollo del governo dell’ex Primo Ministro Mario Draghi.
Mercoledì, l’Italia si è impegnata a mantenere sotto controllo il deficit di bilancio, pur avendo tagliato le previsioni di crescita economica in un contesto di crescente incertezza legata ai dazi commerciali statunitensi.
Eppure, anche prima degli annunci di Trump sui dazi, la terza economia dell’eurozona non ha registrato praticamente alcuna crescita dalla metà del 2024.
Il PIL italiano è aumentato dello 0,1% nel quarto trimestre dello scorso anno rispetto ai tre mesi precedenti, dopo aver registrato una stagnazione nel terzo trimestre. Non si prevede alcuna ripresa nel breve termine.
L’economia italiana è strettamente connessa con quella tedesca, che è in crisi da tempo per un calo delle esportazioni che si riflette sull’industria italiana, indotto della Germania.
Hanno pesato anche gli effetti della troppo rigida politica di bilancio imposta dai conservatori tedeschi a tutta l’Europa.
Nel suo quadro economico pluriennale pubblicato mercoledì, il governo italiano ha ridotto le previsioni di crescita del PIL per il 2025 allo 0,6%, rispetto all’1,2% di settembre, e ha abbassato le previsioni per il 2026 dallo 1,1% allo 0,8%. Il Tesoro ha confermato la precedente stima del deficit di bilancio per il 2025 al 3,3% del PIL nazionale e ha anche ribadito l’obiettivo di portare il disavanzo fiscale al di sotto del limite del 3% del PIL dell’Unione Europea nel 2026, mantenendo un obiettivo del 2,8%.
Tuttavia, ha affermato che il debito pubblico – il secondo più alto nella zona euro dopo quello della Grecia – salirà dal 135,3% del PIL dello scorso anno al 137,6% entro il 2026, per poi scendere leggermente l’anno successivo.
S&P ha inoltre previsto una crescita del PIL italiano dello 0,6% quest’anno, in linea con il governo Meloni, e ha affermato che il crescente debito del Paese non si stabilizzerà fino al 2028.
Ciò nonostante, ha affermato che l’ultima decisione di Trump di sospendere per tre mesi i dazi del 20% precedentemente annunciati sui beni dell’Unione Europea e di imporre un dazio più moderato del 10%, significa che l’impatto sull’economia italiana sarà “gestibile”.
Il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, ha dichiarato, conclude Gavin Jones, di essersi aspettato l’upgrade di S&P e di intravedere un margine di manovra per ulteriori rialzi. “Il rating dell’Italia potrebbe ancora migliorare. Certo, vediamo cosa succederà all’economia mondiale, ma non sono certo sorpreso da quanto accaduto ieri sera”, ha dichiarato durante una conferenza a Trento.