ROMA – La crisi che sta flagellando l’economia mondiale da un paio d’anni non allenta la sua stretta, e si fa sentire anche nella laboriosa Lombardia: presto il famigerato cartello “chiuso per crisi” verrà affisso su oltre 10mila aziende. Se si guarda la situazione dati alla mano, i proclami dell’ex premier Silvio Berlusconi sul fatto che l’Italia sarebbe uscita dalla crisi meglio e prima di altri paesi suonano quantomeno infondati. Secondo un’elaborazione diffusa dall’Ufficio Studi della Camera di commercio di Monza e Brianza su dati del Registro Imprese ne 2011 le imprese che chiuderanno i battenti nella regione più produttiva d’Italia sono aumentate del 2,6% rispetto al 2010: la crisi morde il tessuto industriale lombardo, e si fa sentire con particolare violenza nel territorio che circonda il capoluogo.
Una triste classifica. Nell’ultimo anno, infatti, sono state oltre 18mila le imprese lombarde che hanno avviato procedura di fallimento o liquidazione, facendo registrare una crescita di oltre il 2,5% rispetto all’anno precedente. Circa la metà delle 18.402 imprese che hanno avviato la procedura di fallimento sono in provincia di Milano: 9.028 per la precisione (nel solo capoluogo lombardo, le imprese coinvolte in procedure concorsuali rappresentano il 3,1% del totale). A seguire, le province di Bergamo con 1.946, Brescia con 1.547 e Varese con 1.411 imprese. Ultima nella classifica la provincia di Sondrio: nella roccaforte valtellinese si contano solo 99 imprese destinate a terminare l’attività. Analizzando i dati per tipologia di attività relativi alla provincia di Monza e Brianza, i settori più colpiti risultano essere le attività artigianali e manifatturiere, con il 4% delle imprese coinvolte, il settore delle utilities, con il 2,3% e le costruzioni, 2%.
Una su cinquanta non ce la fa. Se si allarga lo sguardo alla situazione delle imprese di tutta Italia però, si può osservare che il dato lombardo è ampiamente nella media del Belpaese. Complessivamente infatti, tra fallimenti, liquidazioni e concordati preventivi le aziende italiane “in sofferenza”, soggette ad una procedura concorsuale, sono oltre 120mila, e rappresentano il 2,3% del totale: in pratica stiamo parlando di un’impresa su 50 attive. Le regioni in cui la falce della crisi ha colpito di più sono il Lazio, dove le imprese che chiuderanno saranno il 3,8% del totale, la Campania (con il 3,3% ) e la Sicilia (3,1%).