Milano, doppio lavoro contro la crisi

MILANO – Contro la crisi non c’è che il secondo lavoro, è questa la ricetta messa in campo dai milanesi che si scoprono forti lavoratori per mantenere lo standard di vita a cui si sono abituati. È quanto emerge da una ricerca effettuata dalla camera di Commercio meneghina che rivela che un cittadino su sette svolge una seconda attività oltre a quella principale. Lo studio, realizzata tra settembre e ottobre di quest’anno, mette in evidenza come quasi nove ore settimanali sono dedicate all’attività secondaria. Si tratta per lo più di attività di consulenza, imprenditoriali o di liberi professionisti.

Gli intervistati dall’ufficio studi dell’ente non nascondono di svolgere un secondo lavoro per riuscire a mantenere il potere di acquisto pre crisi. I redditi provenienti dalle attività collaterali incidono per un quinto di quelli complessivi. Guardando più a fondo nei settori in cui si muovono questi super lavoratori si scopre che spesso sono over 60. Altro aspetto interessante è che questa strada è percorsa più dagli uomini che dalle donne. Questi dati contribuiscono indubbiamente a spiegare la significativa presenza in Lombardia di imprese che si occupano di ricerca del personale, che collocano la Regione al primo posto in Italia all’interno di questo settore.

Nello specifico, quasi la metà di tali imprese (45%) sono attività generali di ricerca, selezione e fornitura di personale, seguite dalle agenzie specializzate nel collocamento (42,9%) e dalle agenzie di lavoro interinale (11,5%). Milano, invece, rappresenta la prima provincia con 279 attività, cioè il 27,1% del totale nazionale. Manca a questo studio un focus dettagliato sulla propensione a compiere il secondo lavoro senza preoccuparsi degli aspetti fiscali. Un’altra ricerca di due anni fa voluta dalla Cisl di Milano, che mostra come il fenomeno non sia per niente una novità, spiegava infatti che il 40% dei dopolavoristi lo fa in nero.

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