Trattativa per Mirafiori. “Fiat proporrà il modello Toyota: turni di 10 ore per 4 giorni”

Il futuro di Mirafiori passa per l’incontro di Fiat con i sindacati: sono stati convocati tutti venerdì alle 9,30 all’Unione industriale di Torino, compresi Ugl e Associazione dei Quadri.

Come ha fatto per Pomigliano il Lingotto snocciolerà quali sono i nuovi modelli che vuole proporre per il futuro produttivo alla fabbrica di Torino, cuore del gruppo, dove lavorano nella sola carrozzeria 5.500 dipendenti.  Secondo quanto scrive Repubblica a dominare sarà la proposta del modello Toyota. I sindacati verranno messi davanti a una scelta: o il modello Pomigliano (18 turni settimanali di sette ore e mezza) oppure  turni da 10 ore quotidiane per 4 giorni a settimana e poi riposo nei tre giorni successivi, così come fa Toyota.

Per il leader Cisl Raffaele Bonanni ”la vicenda Torino ha una importanza strategica, anche perché l’incontro sarà la chiave per aprire il progetto Fabbrica Italia”. Chiede chiarezza la Ugl e plaudono alla convocazione il governatore Roberto Cota e il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino.

Attualmente a Mirafiori si producono la Multipla (fino a fine anno), la Punto Classic (anche questa fino a dicembre), le due Lancia Musa e Idea (che dovrebbero restare nel 2011) e l’Alfa Mito, unico modello nuovo per il quale non è prevista l’uscita di produzione. Il piano del 21 aprile prevedeva che a Torino si realizzassero fra le 300 e le 350 mila vetture l’anno: il monovolume L1 e L0, che la Fiat ha poi portato in Serbia, e la Mito cinque porte destinata al mercato americano.

I sindacati si aspettano che l’azienda proponga un nuovo modello di fascia alta, probabilmente un Suv, con un investimento piu’ alto di quello di 700 milioni di euro previsto per Pomigliano. L’ipotesi Suv è considerata insufficiente dalla Fiom: ”La forza di Mirafiori – dice Giorgio Airaudo, responsabile nazionale dell’Auto – e’ stata sempre la sua polivalenza, produrre vetture diverse di più segmenti. Se uno ha in mente Pomigliano vuol dire che immagina anche la stessa drammatizzazione, ma noi proveremo a evitarla”.

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