ROMA – Il re del cashmere, Brunello Cucinelli, porta il ‘lusso informale’ in Borsa e l’offerta rivolta al mercato fa il pieno al primo giorno. Dopo le adesioni già ricevute il gruppo di Cucinelli chiuderà in anticipo lunedì prossimo 23 aprile l’offerta per lo sbarco a Piazza Affari, il cui termine era inizialmente atteso per venerdì 27 aprile. L’avvio delle negoziazioni del titolo in Borsa è quindi anticipato dal 3 maggio al 27 aprile.
Dal 27 aprile l’azienda perugina approderà a Piazza Affari con l’obiettivo di “diventare più forti finanziariamente, più internazionali e aperti al mercato”, spiega il fondatore della maison della moda, che punta ad una “crescita sostenibile” e non ha in mente “alcun progetto di acquisizione. Crediamo nel lusso e in un unico brand, con l’idea che l’impresa resti nella famiglia”.
E così l’offerta pubblica di vendita e di sottoscrizione di 20,4 milioni di azioni di Brunello Cucinelli, corrispondenti al 30% del capitale sociale al termine dell’operazione (33% con l’opzione greenshoe), secondo quanto riferito da fonti vicine al dossier, è stata abbondantemente coperta in poche ore. L’intervallo di prezzo indicativo del titolo è compreso tra i 6,75 e i 7,75 euro, per un valore dell’Ipo tra i 138 e i 159 milioni e una capitalizzazione della società tra i 459 e i 526 milioni.
Il 40% circa dell’offerta globale, pari a otto milioni di titoli, deriva da un aumento di capitale, mentre 12,4 milioni di azioni sono poste in vendita dagli azionisti Fedone e Fundita. La prima fa capo al fondatore, la seconda al manager del gruppo Giovanna Manfredi. L’opvs terminerà il 23 aprile e in questo periodo sarà possibile presentare le domande di adesione per un quantitativo minimo di 500 azioni, con un controvalore massimo di 3.875 euro.
Quotarsi in Borsa, per lo stilista ed imprenditore umbro, non significa “chiedere soldi”. Brunello Cucinelli, presentando la quotazione in un incontro stampa organizzato al museo Diocesano di Milano, parla di “dignità del profitto” e di “quotare il valore della dignità umana”.
“Un’azienda che produce benessere solo per i soci non funziona”, chiarisce lo stilista, che prima della chiusura anticipata delle offerte aveva puntualizzato: “Dopo il 3 maggio continuerò a svolgere lo stesso mestiere”, fondato sul made in Italy. “Non ci saranno nuove acquisizioni – scandisce -. Vogliamo crescere nel mondo, ma in modo garbato”. Il che significa “aprire nuovi negozi ma nella location giusta”. Tra le possibili aree di espansione c’è la Cina, dove Cucinelli è già presente con sei negozi e lo scorso marzo ha siglato un accordo con l’imprenditore cinese Chen Long, che entrerà nel capitale del gruppo con il 2%.