Negli ultimi anni tantissimi italiani si sono trasferiti alle Canarie: non soltanto pensionati, ma anche giovani coppie e quarantenni.
Tantissimi italiani hanno scelto di mollare tutto e rifarsi una vita nell’arcipelago spagnolo, a più di tremila chilometri dal luogo d’origine, convinti di poter trovare un paradiso o, almeno, un posto migliore rispetto a quello appena lasciato alle spalle. Chi si sposta alle Canarie insegue uno stile di vita maggiormente rilassato, attratto dalla bellezza paesaggistica di isole piene di meravigliose spiagge e caratterizzate da un clima più caldo.
C’è chi sceglie tale destinazione soprattutto per questioni economiche: le Canarie promettono infatti una pressione fiscale più tollerabile e, soprattutto, un costo generale della vita più basso rispetto a quello italiano.
Secondo gli ultimi dati sono più di diciannovemila gli italiani che si sono trasferiti stabilmente nelle Canarie e che sono dunque attualmente iscritti all’AIRE, cioè all’anagrafe degli italiani residenti all’estero.
La maggior parte di questi nuovi residenti sono pensionati, ovvero nuovi residenti sedotti soprattutto dalla possibilità di poter vivere più serenamente grazie al maggiore potere di acquisto della loro pensione (italiana). Ci sono però anche molti giovani e tante famiglie che nelle isole atlantiche spagnole hanno cercato e forse trovato una vita diversa, migliori condizioni esistenziali e nuove opportunità di realizzazione.
Trasferirsi alle Canarie: i pro e i contro
Le sette isole dell’arcipelago delle Canarie offrono un clima mite e soleggiato tutto l’anno, rinomate spiagge (quelle bianche di Fuerteventura e quelle nere di origine vulcanica di Tenerife), foreste incontaminate, paesaggi desertici assai suggestivi e tanti piccoli paesini caratteristici. E offrono poi particolari vantaggi dal punto di vista economico. Il costo della vita alle Canarie è più basso rispetto all’Italia, specialmente per quanto riguarda l’affitto e le spese quotidiane.
E poi c’è la grande attrattiva del regime fiscale agevolato. I vantaggi fiscali sono significativi soprattutto per pensionati e imprenditori. Le isole atlantiche spagnole, proprio per attrarre contribuenti dall’Italia, tassano al 7% le pensioni italiane per redditi fino a 24.000 euro. L’imposta sale al 15% per importi superiori.
C’è anche dell’altro: gli eredi non devono pagare alcuna tassa sull’eredità ricevuta, un altro fattore che può offrire una maggiore serenità economica soprattutto per le future generazioni (anche se in Italia la tassa di successione è una delle imposte meno gravose da considerare). I prezzi più bassi di affitti, beni alimentari, benzina e servizi consentono poi ai pensionati di godere di una migliore qualità della vita con la stessa pensione percepita in Italia.
Solo in termini di risparmio, un pensionato italiano che percepisce una pensione netta di circa 1.500 euro al mese, con un trasferimento alle Canarie, potrebbe veder lievitare l’assegno fino a 1.700 euro circa.
Burocrazia, isolamento e servizi carenti
Ma non è oro tutto quel che luccica… Le Canarie, che vivono principalmente di turismo, sono isole povere, e molti servizi sono carenti. Il costo della vita, specie nelle isole principali, non è poi più così contenuto come un tempo. L’affitto di una casa con una stanza da letto e un bagno a Tenerife non costa quasi mai meno di 600 euro al mese, che non sono pochi. Inoltre, tutti gli spostamenti verso il continente sono costosi e poco pratici.
Tra i servizi più scadenti c’è quello della sanità: mancano gli ospedali, e le strutture sono spesso in emergenza per mancanza di personale. E dopo i primi tre mesi, è necessario avere un’assicurazione sanitaria privata o essere iscritti alla sicurezza sociale. Bisogna quindi pagare, altrimenti niente medicine e nessuna assistenza medica.
Per entrare nelle isole dell’arcipelago come turisti serve solo un documento di identità valido per l’espatrio. Per restare, invece, occorre l’autorizzazione della guardia civile o della polizia. Bisogna farsi rilasciare un NIE, ovvero un numero de identificación de extranjeros (codice identificativo per stranieri) che ha una validità trimestrale. Passati i tre mesi per rimanere alla Canarie bisogna dimostrare di avere un lavoro, possedere una pensione o avere almeno 6.000 euro sul conto corrente.