Monopattini, finalmente, anche se tardi, anzi troppo tardi. D’ora in poi, chi vuole servirsi di un monopattino avrà la vita meno facile.
La cuccagna è finita e si dovranno seguire certe regole se ancora si vuol andare a scuola o in ufficio zigzando tra un semaforo e l’altro. Era ovvio che la situazione non poteva rimanere così com’è oggi. Troppe infrazioni, poche multe, molti pericoli.
A volte i passeggeri erano due, uno abbracciato all’altro,e sarebbe stato sufficiente un piccolo ostacolo a provocare un danno se non una tragedia. Possibile che si sono dovuti aspettare i sondaggi prima di intervenire? Possibile che non ci si sia accorti delle stravaganze (usiamo un eufemismo) che facevano quanti erano alla guida del monopattino? Niente, tutto rientrava nella norma nel disinteresse generale
Ora, numeri a parte su cui ci soffermeremo più avanti, sarebbe importante capire chi abbia voluto mettere questi mezzi nel traffico caotico delle grandi e piccole città. Si voleva aiutare chi non aveva la macchina o chi riteneva di arrivare al lavoro nella metà (o forse più) del tempo? Questa conclusione può anche essere vera, ma si può concedere questo “privilegio” anche a costo di una vita?
Chi siede in Parlamento e deve legiferare non si è accorto della pericolosità di questo piccolo mezzo? Invece, a volte si preferisce venire incontro alle esigenze di una piccola parte di persone e si costruisce una norma “popolare” che è fin troppo facile chiamarla demagogica. Chissà dove volevano arrivare questi legislatori! A loro interessava solo raggiungere una fetta dell’elettorato per guadagnare qualche inspiegabile preferenza.
Così, mentre a Parigi li hanno messi al bandi, ci sono voluti mesi per rendersi conto dei pericoli che il monopattino poteva provocare. Sui sondaggi nom c’è discussione o polemica che tenga. Se la matematica non è una opinione bisogna inchinarsi alle cifre. Di modo che si è saputo che otto persone su dieci erano favorevoli ad introdurre norme più severe. Che il 79,4 per cento era d’accordo su alcuni punti essenziali della nuova normativa. Ad esempio, la targa, l’assicurazione, il casco tanto per dare una prima stretta. Sul fronte opposto, soltanto il 5,8 della gente si dice non interessata al problema.
Per quale ragione? O è abituata a prendere il tram per arrivare a destinazione oppure è talmente vicina al luogo in cui lavora che lo raggiunge facendo quattro passi. Alla fine, anche se a babbo morto, il Parlamento si è deciso ad intervenire con la clava. Erano tanti gli incidenti che avevano un monopattino per protagonista, Non si potevano ancora chiudere gli occhi quando anche due persone (sullo stesso monopattino) si accingevano a superare il traffico. Con qualsiasi furbata. Disinteressandosi degli altri,
Non sarà un periodo facile quello che vivremo. Ci vorranno sulle strade più vigili urbani, non si dovrà chiudere un occhio se la trasgressione è evidente: il buonismo in questi casi fa male più della rigidità. In attesa, se ne ricorrono i motivi, di essere ancora più severi.
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