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Monte dei Paschi di “Stato” vola in borsa: utile 188 milioni di euro

Monte dei Paschi di Siena
Monte dei Paschi di “Stato” vola in borsa: utile 188 milioni di euro (foto Ansa)

MILANO – Mps vede l’utile per la prima volta da quando lo Stato è diventato azionista al 68%. A fine marzo 2018, il risultato della banca è stato positivo per 188 milioni di euro
[App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui, Ladyblitz – Apps on Google Play], contro il rosso di 169 milioni dei primi tre mesi dell’anno scorso.

 

Siena deve sempre fare i conti con i 3,5 miliardi di perdita dell’intero 2017, ma “abbiamo voltato pagina – ha detto l’amministratore delegato Marco Morelli – abbiamo cominciato ad operare come ‘azienda normale’, dimostrando che siamo in grado di raggiungere gli obiettivi del piano di ristrutturazione”. Parabola analoga, se non per la proprietà, almeno sui conti per Carige, che torna all’utile nel primo trimestre per 6,4 milioni contro la perdita di 41,1 milioni nello stesso periodo del 2017. “Dopo 5 anni di risultati in rosso consolidiamo un risultato con segno positivo”, ha commentato l’ad dell’istituto genovese Paolo Fiorentino parlando di un risultato ottenuto “rivitalizzando la banca”.

Quanto a Siena, in vista della nascita del governo Lega-Cinque Stelle, Morelli può quindi farsi forte dei conti al primo trimestre 2018. E’ infatti noto che le due forze politiche sono critiche verso l’attuale management, anche perché porta il timbro degli esecutivi Renzi e Gentiloni. Non è un caso se il ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan ha sottolineato i “risultati brillanti” di Mps e il fatto che “il piano di ristrutturazione avviato dall’intervento del governo procede”. L’ultima volta che Rocca Salimbeni ha presentato conti in positivo è stato nel 2016, con Fabrizio Viola amministratore delegato, quando il primo semestre si è chiuso con un utile da 302 milioni, anche per le componenti straordinarie legate alla tribolata operazione Alexandria.

Quasi due anni dopo, alla luce del ritorno del segno più, il titolo ha festeggiato in Borsa, guadagnando il 17,6% a 3,2 euro. Certo, restano lontani i 4,55 euro del 25 ottobre, quando Mps è tornata in Piazza Affari. E resta alta la perdita ‘potenziale’ dello Stato, che ha investito 5,4 miliardi in una banca che ora capitalizza 3,64 miliardi. “Non possiamo dire di essere totalmente al sicuro – ha detto Morelli – ma siamo tornati in carreggiata”.

Il ritorno all’utile è legato agli impieghi commerciali in aumento di 900 milioni di euro da fine dicembre 2017, grazie alla crescita del 20% dei mutui. Sono invece calati del 6% i ricavi, che si sono attestati a 877 milioni, in rialzo comunque di 74 milioni rispetto al trimestre precedente. I costi sono scesi del 12%, anche per la di riduzione del personale. I volumi di raccolta sono stati di 193,2 miliardi, in flessione del 6,4% rispetto al 31 marzo 2017.

Per quel che riguarda i crediti deteriorati, Mps ha completato la cartolarizzazione per la cessione di un portafoglio di 24,1 miliardi di sofferenze. L’esposizione lorda del gruppo è di 42,6 miliardi, in flessione sia rispetto a fine marzo 2017 (-1,5 miliardi) sia al 31 dicembre 2017 (300 milioni). “Al netto dei crediti deteriorati lordi ‘in via di dismissione’ – spiega la banca – l’esposizione lorda passerebbe a 20 miliardi”. La copertura è del 68,8%, in aumento rispetto al 31 marzo 2017 (pari a 54,3%) e rispetto al 31 dicembre 2017 (pari a 65,5%). I risultati sono stati superiori alle attese.

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